Dai Paesi Scandinavi arriva una novità molto interessante che unisce un tema di grande attualità – il cambiamento climatico – e uno dei settori in cui il made in Italy primeggia, la produzione vitivinicola. Se è vero che l’annata 2019 può dirsi “un’ottima annata” sotto diversi punti di vista, tuttavia l’innalzamento delle temperature ha portante numerose aziende del settore a coltivare la vigna in luoghi inattesi. Scopriamo di più su questo argomento.
Cambiamenti climatici e produzione vinicola
Il cambiamento climatico viene usualmente vissuto come un evento catastrofico a causa delle profonde mutazioni che questo implica nella flora e nella fauna che ci circondano. A questo proposito è opportuno ricordare quanto siano proprio gli animali e le piante a soffrire, ancora più di noi “esseri umani” il riscaldamento globale.
Tuttavia, le piante, ancora una volta, dimostrano di avere una capacità adattativa superiore: un caso veramente curioso è quello della vigna che – prodotta da anni in Scandinavia solamente nei luoghi più miti – oggi grazie al riscaldamento globale è capace di espandere le proprie aree di coltivazione. La possibilità di coltivare la vite in zone decisamente più ampie sta portando alla proliferazione di aziende del settore anche in aree come questa dove la tradizione vitivinicola è assai recente.
Indagine del New York Times
Una recente indagine del New York Times ha sottolineato il grande spirito imprenditoriale degli scandinavi che stanno cercando di cavalcare l’onda del cambiamento climatico. I produttori hanno infatti dichiarato:
Stiamo cercando le opportunità nei cambiamenti climatici - ha dichiarato Moesgaard, fondatore di Skaersogaard Vin, al New York Times - Nei prossimi decenni, coltiveremo più vino in Scandinavia, mentre i paesi che hanno dominato tradizionalmente l'industria producono meno”
Al tempo stesso numerosi produttori hanno voluto sottolineare il risvolto della medaglia di queste nuove possibilità: se infatti da una parte l’aumento delle temperature medie ha portato ad un ampliamento delle zone climaticamente idonee alla coltivazione della vigna, dall’altra ha causato importanti danni alle piante che non gradiscono questo clima. La recente ondata di caldo estiva ha infatti provocato danni enormi a queste coltivazioni, soprattutto localizzate in Italia e in Francia: a questo proposito i climatologi hanno ipotizzato che entro il 2050 le zone in cui oggi viene coltivato il vino saranno del tutto inadeguate a questa attività.
Produzione vinicola, come proteggersi dal cambiamento climatico
Come è noto agli esperti del settore, la coltivazione della vigna è un’attività delicata che richiede il giusto equilibrio tra illuminazione, precipitazioni e anzianità della pianta. È quindi facile immaginare quali possano essere i danni e le conseguenze sulle piantagioni a seguito del cambiamento climatico. Tra i principali nemici della coltivazione della vite c’è anche la grandine che, arrivando in maniera improvvisa può danneggiare sia la pianta che i grappoli stessi.
Per ovviare a questi problemi, numerose realtà nel settore agricolo si stanno attivando per poter rendere non solo più sostenibile la propria attività, ma anche per poter proteggere le proprie coltivazioni dai danni del cambiamento climatico.
Un’iniziativa che permette di realizzare questo progetto è l’installazione di coperture realizzate con materiali ecologici, capaci di proteggere le piante e i loro frutti dalle pesanti grandinate che si sono susseguite negli ultimi anni.
Un secondo aspetto molto amato dalle realtà agricole è l’installazione di pannelli fotovoltaici, capaci di assorbire l’energia solare per poi rilasciarla nel momento più adeguato.
In conclusione, analogamente a quanto affermato dai produttori della Scandinavia, è fondamentale ancora una volta cercare di adeguarsi ai ritmi produttivi della natura senza forzarla o cercando di accelerare o rallentatore i propri processi produttivi. I meccanismi di adattamento sono da sempre in atto non solo nel mondo animale in senso lato, ma anche in quello botanico e sicuramente le piante sapranno fare fronte a questo nuovo cambiamento climatico. La vera sfida è invece lanciata a noi “uomini” che dovremo dimostrarci capaci di fare seguito a questi cambiamenti in maniera rapida ed efficace