Sono sempre di più gli adolescenti che, con l’obiettivo di prendere parte alla lotta contro il cambiamento climatico, acquisiscono notorietà nel momento in cui manifestano le proprie ideologie.
Lottare per far sentire la propria voce sembra non far più paura a nessuno, specialmente ai più giovani. Grazie ai numerosi social media sempre più accessibili a tutti, comunicare il proprio pensiero e renderlo pubblico in pochi secondi è sempre più semplice. La cosiddetta generazione Z è riuscita ad acquisire, semplicemente ascoltando le news provenienti da tutto il mondo e seguendo passo per passo le decisioni più importanti a livello globale, una consapevolezza che si differenzia notevolmente da quella delle generazioni precedenti.
Come la più famosa Greta Thunberg, anche Jamie Margolin appartiene alla generazione di ragazzi nati nella seconda metà degli anni ‘90 e la fine degli anni 2000 e come lei si definisce un’attivista.
Chi è Jamie Margolin
Jamie Margolin è una studentessa diciassettenne proveniente da Seattle, negli Stati Uniti, nota per il suo impegno nella lotta a favore dell’ambiente. Definita dai più esperti una vera e propria attivista, a 15 diventa co-direttrice di Zero Hour, organizzazione che educa le comunità di tutto il paese e del mondo sui sistemi di oppressione quali razzismo, colonialismo, capitalismo e sessismo, definendoli le cause profonde del cambiamento climatico.
La missione di Zero Hour è quella di unire le voci di tanti giovani che non sanno come partecipare alla dialogo globale sul clima e sulla giustizia ambientale. Lo scopo dell’organizzazione dimostra di che pasta è fatta Jamie, che nel 2018 ha deciso di fare causa al governo statunitense per la sua mancata azione climatica.
Durante il World Mayors Summit organizzato da C40, tenutosi a Copenaghen dal 9 all’11 ottobre 2019, Jamie e altri giovani leader del movimento per il clima hanno incontrati i sindaci delle città più importanti del mondo per partecipare alla discussione e avanzare proposte, con l’obiettivo di lavorare tutti per un futuro più equo e sostenibile.
Per Jamie Margolin, il momento di svolta è da collocare in concomitanza con la decisione del presidente degli Stati Uniti Donald Trump di ritirarsi dagli accordi di Parigi. In quei giorni vasti incendi hanno colpito le foreste del Canada e l’Uragano Maria si è abbattuto sul Porto Rico. La rabbia che cresceva in lei per la noncuranza dei poteri forti davanti a situazioni disastrose come queste, l’ha convinta a impegnarsi per la questione climatica. Ha, infatti, cominciato ad organizzare marce e proteste internazionali per il clima, che avvicinassero il più possibile i giovani di tutto il mondo.
Jamie non vuole più vivere in un mondo comandato dai “se”. Spesso, dice, le frasi più ripetute ai giovani iniziano con un “se”: se il mondo non fosse così inquinato, si potrebbero fare molte più cose; se le generazioni precedenti non avessero ignorato importanti aspetti, in questo momento non si faticherebbe a respirare in certe zone del mondo, e così via.
La sua missione è quella di sensibilizzare il più possibile chi ha il potere, chi può veramente cambiare le cose e prendere decisioni in grado di rivoluzionare il futuro.
Tra le 100 donne più influenti
La giovane attivista, per il suo costante impegno e le sue idee rivoluzionarie, è stata inserita nella lista delle 100 donne più influenti del 2019, stilata dalla BBC.
Insieme a Jamie, nella lista appaiono molte altre donne provenienti da tutto il mondo che, grazie al loro operato, sono diventate d’ispirazione per molte persone. I criteri di scelta ruotano attorno a un interrogativo principale: quale futuro si può immaginare se dipendesse solo da donne? La lunga lista vede al suo interno donne al servizio di un mondo migliore, attive in moltissimi settori: dalla politica, allo sport; dall’architettura, alla lotta contro il cambiamento climatico.
Una delle frasi più famose dette da Jamie, riporta le seguenti parole: “Visto che il cambiamento climatico è un problema causato dall’uomo, è necessario che spetti alla donne comandare il mondo.”