Molti, moltissimi anni prima che nascesse il fenomeno di Greta Thunberg che così tanto risalto ha ottenuto in tutto il pianeta, la Germania fu il primo paese che si fece trovare pronto di fronte a una coscienza ambientalista che stava montando e che era matura addirittura per diventare una forza di governo. Erano i primi anni ’90 e i cosiddetti verdi si organizzarono prima in movimento, poi in partito arrivando a un passo dall’ottenere una maggioranza significativa in Parlamento. Fu la prima dimostrazione che la consapevolezza verso il proprio pianeta puntava a qualcosa di più che non fosse semplicemente un podio dal quale parlare.
Greta Thunberg risveglia la coscienza degli studenti
La convivenza tra l’ambientalismo e la politica non è una cosa semplice: la politica deve spesso fare i conti con i posti di lavoro, con le strategie industriali, con le lotte dei sindacati e ai cosiddetti movimenti ambientalisti spesso si rimprovera un certo integralismo che Greta Thunberg ha perfettamente rappresentato con i suoi “Fridays for future”, inizialmente solitari con una candela accesa davanti al parlamento svedese e poi sempre di maggior richiamo tra tutti i giovani del pianeta.
Anche in questo caso è stata la Germania il primo paese a rispondere all’appello della 16enne svedese: Amburgo, Stoccarda, Monaco di Baviera, Colonia e Dresda sono state le prime città che hanno aderito al suo sciopero: rinunciare alle ore di scuola o di università e manifestare silenziosamente nei confronti del pianeta. La rete ha fatto il resto e tutto è diventato virale in modo estremamente rapido: dalla Germania alla Polonia, quindi al Belgio e alla Francia e infine nei paesi del nord.
Dieci, cento, mille Greta
Quando gli Stati Uniti si sono uniti al gruppo l’evento era già di portata mondiale. In quel momento si calcola che non meno di un milione e mezzo di studenti tedeschi prendesse parte alla manifestazione.
Greta è ormai un personaggio transnazionale che ha ampiamente valicato quelli che sono confini europei e della sua stessa protesta: il fatto di essere stata ammessa a parlare all’Onu le ha dato un’autorevolezza che di fatto ha considerevolmente ampliato anche la forza della protesta di ogni singolo paese. In Germania la portavoce degli studenti che manifestano per il sostegno all’ambiente si chiama Luisa Neubauer: Luisa ha 22 anni ed è stata tra le prime a scrivere a Greta offrendole sostegno, appoggio e garantendole sostegno per quella che sarebbe stata la campagna tedesca. Studentessa di geografia dell'Università di Goettingen,
Luisa Neubauer, una Greta in Germania
Luisa è sempre stata profondamente legata all’argomento della salvaguardia dell’abiente. Fin da bambina si è iscritta al movimento di Greenpeace per il quale scrive editoriali e reportage sulle numerose iniziative dell’associazione ambientalista. È una delle firmatarie dell’iniziativa ONE l’associazione no profit che punta a cancellare la povertà e il 1° marzo, quando Greta visitò la Germania, in prima fila con l’adolescente tedesca c’era anche lei.
Oggi Luisa è il fulcro di un movimento studentesco tedesco per l’ambiente che coinvolge non meno di tre milioni di giovanissimi. Hanno manifestato contro la multinazionale RWE che voleva radere al suolo la foresta Hambach, vicino Colonia, per costruire una miniera di lignite, e risponde a tono agli haters che sono tantissimi e che la accusano di essere una troglodita, incapace di fermare il progresso. “Noi oggi rappresentiamo il paese e soprattutto il suo futuro - dice Luisa – se i politici di oggi pensano di poter andare avanti senza sedersi a un tavolo con noi e prendere le decisioni giuste lo fanno a loro rischio e pericolo”.