Il cliente che desidera effettuare una disdetta del contratto di fornitura di luce e gas non è tenuto a pagare alcuna penale al proprio fornitore. I casi in cui è possibile chiedere la cessazione del contratto sono tre: trasloco in un altro immobile, ripensamento rispetto a un contratto firmato da pochi giorni, cambio fornitore. In quest'ultimo caso, bisogna ricordare che l'utente non è tenuto a presentare alcuna disdetta al vecchio fornitore dal momento che l'intera pratica viene gestita dal nuovo fornitore con cui si è scelto di effettuare il cambio. Detto questo, anche se non esiste una penale per la cessazione del contratto di fornitura di luce e gas non significa che non vi siano altri costi al momento della cessazione del contratto di fornitura luce e gas. A seguire un breve approfondimento sul tema.
Costi disattivazione per la cessazione del contratto di fornitura di luce e gas
Fermo restando che il fornitore non può addebitare alcuna penale all'utente che comunica la disdetta del contratto di luce e gas, è importante sottolineare come vi siano dei costi di disattivazione specifici per chi ha un'offerta regolata dalle condizioni del Servizio di Maggior Tutela (o mercato tutelato, pari a 23 euro (contributo fisso). Anche chi ha sottoscritto un'offerta del mercato libero e vuole la cessazione del contratto deve pagare un contributo di disattivazione. Il costo varia da fornitore a fornitore, non è cioè stabilito da ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente). I costi di disattivazione nel mercato libero vengono segnalati all'interno delle condizioni contrattuali dell'offerta sottoscritta.