Da anni la California sta combattendo contro un gran numero di incendi che oltre a devastare la splendida macchia di vegetazione della West Coast hanno messo in pericolo migliaia di abitazioni. L’ultimo, gigantesco incendio, pare di origine dolosa, si è sviluppato alla fine di ottobre e per una settimana ha impegnato tutto il personale antincendio della zona a nord di Los Angeles: oltre 180mila persone sono state evacuate, circa duecento tra case, garage e negozi sono andati distrutti. Ma a entrare in crisi è stato soprattutto il sistema delle auto elettriche.
Incendi in California, un problema non solo ambientale
Per la verità il problema dei roghi non è di oggi e nemmeno di ieri: le cronache riportano di incendi devastanti, di morti e dispersi, già dalla fine del 1800. Se in occasione dell’ultimo incendio si parla di oltre 30mila ettari di parchi ridotti in cenere, il bilancio globale è molto più pesante. Perché la California? Perché a quanto pare i piromani hanno deciso di prendere di mira le aree più belle ma anche più ricche di uno dei luoghi più esclusivi del pianeta.
I roghi divampano nelle riserve e nelle foreste e grazie al forte vento che è sempre molto forte verso il mare si spingono a ridosso dei quartieri residenziali di Beverly Hills, San Bernardino, Hollywood. Nel 2017 le foreste di Tubbs bruciarono per un mese, i morti furono 43. Nel 2010 il fuggi fuggi generale da ville e lussuose residenze riguardò anche vip come Richard Gere, Arnold Schwarzenegger e il bassista dei Red Hot Chili Peppers Flea la cui splendida villa andò completamente distrutta.
In realtà quello degli incendi non è solo un problema di ordine pubblico o di devastazione ambientale anche se il bilancio sotto l’aspetto della vegetazione azzerata è drammatico: la California, in particolare San Diego e Los Angeles, ogni volta che si scatena un rogo si paralizzano. Le autorità bloccano il traffico e l’erogazione della corrente elettrica viene sospesa anche per molte ore: un danno economico gigantesco per tutto il paese che resta in ginocchio per ore a suon di black out. Ovviamente chi possiede un’auto elettrica, e la California è una delle capitali mondiali dei veicoli a impatto zero, rimane a piedi. Impossibile ricaricare il mezzo.
Tesla e Audi vanno incontro ai possessori di auto elettriche
Si parla di tagli all’erogazione elettrica che possono riguardare milioni di individui: l’ultimo cut-off elettrico provocato dagli incendi ha riguardato oltre tre milioni di persone su un’area gigantesca dove la corrente veniva razionata e tagliata a rotazione. È stato così per giorni. Tesla e Audi sono corse ai ripari fornendo energia gratis attraverso dei Powerpacks, camion allestiti con batterie cariche – le stesse utilizzate dalle auto – a chi avesse avuto bisogno di un rifornimento. Si è verificata un’autentica emergenza nell’emergenza con i possessori delle auto elettriche che si avventuravano nella città sotto l’assedio del fuoco alla ricerca di energia mentre le case di produzione e anche i portavoce delle varie contee invitavano tutti ad aspettare con calma la fine dell’emergenza.
È stato un po’ come quando si teme una grande crisi e tutti si precipitano al supermercato per comprare qualsiasi genere di necessità o in vista di un lungo sciopero dei benzinai che di solito crea code presso gli ultimi distributori ancora aperti o non esauriti. In realtà però si tratta di un falso problema: durante un black out neppure le pompe di benzina possono funzionare.
Anche se le auto elettriche hanno un’autonomia notevolmente inferiore e non possono contare sulla stessa distribuzione dei carburanti tradizionale. Qualcosa su cui riflettere e che potrebbe portare i vertici di Tesla e Audi, al momento le due auto elettriche più distribuite negli Stati Uniti, a un servizio di approvvigionamento di emergenza o a battery pack extra da fornire in caso di necessità.