In Italia si moltiplicano in tutta Italia le cosiddette “giornate verdi”: si tratta di iniziative aperte a decine, spesso centinaia di volontari che si armano di pazienza, tempo e buona volontà e vanno a ripulire metro per metro aree abbandonate allo sporco, al degrado e alle discariche abusive. A Livorno l'area scelta è quella del Limoncino, a Livorno. L’iniziativa parte quasi sempre da un comitato locale che scavalca qualsiasi ideologia politica.
Si cerca semplicemente di fare qualcosa di utile e di smuovere qualche coscienza. In tutto nel corso del 2019 le giornate verdi riconosciute e documentate sono state circa un migliaio ma in realtà sono moltissime anche quelle alimentate da poche persone che non lasciano traccia nei notiziari e sui giornali. E sono forse le più utili perché incidono nelle realtà dei piccoli parchi di quartiere.
Il Limoncino a Livorno
Quella del Limoncino è una delle aree di Livorno, città che ha affrontato non pochi problemi ambientali estremamente seri nel corso degli ultimi anni, che ha riscontrato la maggiore adesione con la sua iniziativa. La ‘scusa’ è stata quella di coinvolgere gli studenti e le persone ancora a casa per le vacanze di Natale: sono bastate due settimane di organizzazione sommaria per andare a ripulire una zona che era macchiata da decine di discariche abusive.
Un’area urbana completamente da recuperare, a due passi dalla Cava dei Canaccini e dall’Istituto della Misericordia che ha coinvolto per l’occasione anche numerosi profughi ospiti della propria struttura. In tutto un centinaio di persone si sono mosse di buona mattina battendo palmo a palmo la zona: la AAMPS, la municipalizzata di pubblico servizio per l’ambiente, ha prestato alcuni operatori – anche loro volontari e fuori dalle ore di lavoro – e diversi mezzi pesanti per il recupero di tutto il raccolto. Oltre una tonnellata di rifiuti di ogni genere.
Cosa si trova nelle discariche abusive
Diventa difficile credere a che cosa si possa trovare in un’operazione del genere: centinaia di sacchetti della spazzatura gettati per strada, decine di ombrelli, scarpe, indumenti, moltissimi avanzi e scarti di ristrutturazioni edilizie, due caldaie, un paio di lavatrici, tre vecchi televisori, diverse valigie, persino un grosso frigorifero da bar abbandonato sul ciglio della strada.
Ci sono volute sei ore per recuperare tutto e altre due per sgomberare l’area di tutto quello che era stato raccolto. L’associazione che ha dato vita all’operazione del Limoncino si è ribattezzata “Acchiapparifiuti”. Ripulita la vecchia cava e anche la scarpata dal cui pendio era stato gettato un po’ di tutto.
Il rischio Eternit
L’iniziativa ha avuto un tale successo che diversi altri quartieri hanno deciso di replicare l’operazione anche sul proprio territorio, se non altro per tenere monitorata la situazione non solo dei rifiuti ingombranti abbandonati ma anche di quelli a rischio. Al Limoncino per esempio sono state trovate diverse centinaia di chili di lastre di Eternit, notevolmente deteriorate ed estremamente pericolose.
In questo caso i volontari, tutti muniti di mascherina, hanno lasciato fare ai professionisti e si sono limitati a recintare la zona con del nastro per tenere chiunque a distanza indicando la vasta area da bonificare della quale si sarebbero poi occupati gli specialisti.
Rischi ambientali e igienici
Il Limoncino non molto tempo fa era uscito malconcio da una brutta alluvione e questo aveva ulteriormente peggiorato il quadro generale sia da un punto di vista ambientale che igienico. Iniziative come queste sono replicate con cadenza annuale un po’ dappertutto e, purtroppo, non bastano mai.