Si chiama Lago Hopatcong si trova nel New Jersey, a non moltissima distanza dalla rutilante New York, e per almeno centocinquant’anni è stato il paradiso degli sport invernali di tutti gli americani del Jerseyside: a 30 chilometri dalle sponde del fiume Delaware e a meno di 60 da Manhattan, l’Hopatcong è stato qualcosa di più di un paradiso naturale. Acque dolci purissime, continuamente alimentate da sorgenti fresche, dieci chilometri quadrati tra i più pescosi di tutto il nord America. I newyorchesi che avevano la fortuna e i soldi per comprarsi una casa da queste parti dicevano spesso che i canadesi potevano non invidiare il Rockfeller Center o l’Empire State Building ma sarebbero stati sempre invidiosi del loro lago.
Un lago nato con una doppia vocazione sportiva
Le caratteristiche che rendevano l’Hopatcong unico nel suo genere erano la grande qualità della sua acqua, la grandissima pescosità e la sua doppia versione che lo rendeva un luogo di straordinaria attrazione d’estate, quando le temperature erano miti, ma anche d’inverno quando sulle acque calava una soletta di ghiaccio spessa e resistente battuta da un vento freddo e sprezzante. Eppure il Lago Hopatcong si riempiva di turisti soprattutto d’inverno: appassionati della pesca attraverso il ghiaccio, capaci di stare per ore chiusi dentro piccole capanne con una lenza in mano ad aspettare il pesce giusto, ma anche di hockey e pattinaggio su ghiaccio. Qui è nata la prima versione del kite, l’aquilone che mette in movimento sportivi con snowboard o sci ai piedi. Già nei primi anni ’50 sull’Hopatcong si vedevano giovani pattinatori con piccole vele montate sulle spalle destreggiarsi tra sul ghiaccio tra rabbiose folate di vento.
Il mutamento climatico cancella il ghiaccio e porta le alghe
Purtroppo queste sono immagini destinate a restare di repertorio perché anche lo splendido lago del New Jersey è una delle vittime del cambiamento climatico. L’Hopatcong non gela più: nonostante la temperatura resti rigida e il vento soffi ancora generoso non ci sono più le condizioni per ricreare quella soletta di ghiaccio di parecchi centimetri che resisteva anche per quattro mesi all’anno. Marty Kane, presidente della Lake Hopatcong Foundation ha portato la sua esperienza all’attenzione dei giornalisti e dei delegati ambientali americani: “Da almeno vent’anni il ghiaccio si è considerevolmente ridotto – spiega – qui abbiamo visto l’inverno cambiare completamente aspetto con temperature molto più calde che di fatto hanno completamente cancellato quello che era il turismo invernale di qui. Non solo… l’estate scorsa siamo stati invasi da alghe che sono finite in putrefazione lungo le spiagge e questo ci ha costretto a chiudere la stagione”.
Un sistema turistico perfetto messo in ginocchio
Insomma, un disastro: ma non è solo il microclima della vallata del Lake Hopatcong che ha risentito di questo progressivo riscaldamento globale: tutto il New Jersey registra un aumento medio invernale di almeno un grado a decennio negli ultimi cinquant’anni. Il che significa che dal 1970 a oggi le temperature invernali sono aumentate di almeno cinque gradi. Troppi per pensare di salvare una stagione turistica basata sul freddo e sul ghiaccio. Il Lake Hopatcong ha testardamente cercato di organizzare il calendario delle proprie attività indipendentemente dalle bizze del clima: in fondo sulle acque ghiacciate del lago per anni si erano allenati anche gli atleti della nazionale americana di pattinaggio di velocità. Ma degli ultimi dodici eventi sono riusciti a metterne in piedi uno solo: tutti gli altri sono stati cancellati. Un fenomeno che sta accelerando e che anche quest’anno vede gli abitanti del lago con lo sguardo perso sull’acqua che non mostra nemmeno un piccolo cenno di ghiaccio.