Le auto elettriche sono la nuova frontiera della mobilità, rappresentando la soluzione principale per la rivoluzione verde e per gli spostamenti sostenibili.
Molti Paesi stanno investendo nel green sia in ambito automobilistico sia in molti altri settori. Ma nonostante il grande vantaggio, in termini di impatto con l’ambiente, che si ha nell’utilizzo delle macchine elettriche, sorge il problema dello smaltimento delle batterie al litio di cui esse sono munite.
Quanto inquina lo smaltimento delle batterie delle auto elettriche?
Le batterie a litio sono l’elemento più importante degli autoveicoli a zero emissioni, infatti da queste dipendono l’immagazzinamento dell’energia, la fornitura della potenza al motore elettrico e le prestazioni dell’auto. La loro durata è di circa 8-10 anni, ma bisogna comunque tenere conto del numero di cicli di ricarica e le cure dedicate alla manutenzione della vettura.
Secondo alcuni studi, l’impatto sull’ambiente di questo tipo di alimentazione per mobilità sostenibile sembra essere inferiore del 55% rispetto a quella a gasolio, ma ciò che preoccupa è lo smaltimento delle batterie a litio esauste, composte da elementi inquinanti come il nichel, il cobalto e il manganese.
Come smaltire le batterie delle auto elettriche
Dopo il loro esaurimento, le batterie al litio devono seguire un percorso di smaltimento preciso ed essere portate presso centri specializzati per il trattamento dei loro componenti: si tratta di una modalità che permette di tutelare l’ambiente, evitando qualsiasi tipo di contaminazione. È importante che vengano smaltite in modo corretto e soprattutto in strutture specializzate, in quanto le batterie sono composte da materiali nocivi per l’uomo e per l’ambiente. Tali imprese, infatti, sono attrezzate e utilizzano specifici macchinari per il trattamento di tali prodotti.
Tuttavia, per capire che fine fanno le batterie delle auto elettriche, bisogna entrare maggiormente nello specifico. Lo smaltimento batterie delle auto elettriche avviene attraverso l’utilizzo di un trattamento termico-chimico che nella fase iniziale, quando si riscalda la batteria a elevata temperatura, comporta la perdita del litio. Per tale ragione si possono recuperare solo gli altri materiali come cobalto, nichel, alluminio e rame.
Proprio per questo il Cobat, una piattaforma di servizi per l’economia circolare, con il Cnr-Iccom (Consiglio nazionale delle ricerche - Istituto di chimica dei composti organometallici) ha sviluppato un processo idrometallurgico che permette di recuperare oltre il 90% dei metalli contenuti in una batteria al litio. Questi risultati si sono ottenuti in laboratorio, ma il passo verso una tecnologia su scala industriale potrebbe essere più breve di quanto si pensi.
Dove si smaltiscono le batterie delle auto elettriche?
Attualmente gli impianti di smantellamento e riciclo delle batterie a ioni di litio si trovano in pochi Paesi europei: perlopiù in Germania, Francia, Belgio e Spagna. Questo perché il costo per lo smaltimento si aggira intorno i 4,00 - 4,50 euro al kg: una spesa, quindi, non indifferente. È sicuramente chiaro, come con la crescita del mercato dei veicoli green, voluta da molti Paesi per diminuire l’impatto ambientale e per far fronte ai problemi climatici, sarà necessario aumentare gli stabilimenti adibiti al trattamento delle batterie al litio.
Nel 2024, infatti, lo smaltimento delle batterie per auto elettriche in Italia dovrebbe poter contare su una linea produttiva in grado di trattare 2.000 tonnellate annue di questi dispositivi, più che sufficienti nella fase iniziale della diffusione delle auto ad alimentazione elettrica. Sempre nel nostro Paese, si stima di arrivare a dover smaltire 100.000 tonnellate annue di batterie, se sarà rispettato il traguardo dei 5 milioni di auto elettriche nel 2030, fissato dal Piano Nazionale su energia e clima. Si punta, quindi, a costruire strutture idonee per evitare di dover dipendere dai concorrenti esteri.
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Riciclo delle batterie per auto elettriche
Smaltire le batterie al litio ha un costo non indifferente, per tale ragione molti Paesi, in particolare europei e asiatici, stanno puntando al loro riutilizzo, più che allo smaltimento. Infatti, sono molte le aziende produttrici di auto, elettriche e “tradizionali”, che hanno deciso di riutilizzare le batterie per scopi alternativi. Per esempio, una ditta francese riutilizza le batterie elettriche per alimentare i battelli che navigano sul fiume Senna. Ma non solo, anche il Giappone, che da sempre è attento alla tutela dell’ambiente e allo smaltimento dei materiali pericolosi e nocivi, utilizza le batterie delle auto green per illuminare le strade delle città.
Anche l’Europa si sta impegnando ad ottimizzare le operazioni di riciclo con l’approvazione del “Pacchetto Economia Circolare”. Si tratta di una direttiva vincolante per obbligare tutti i produttori di auto elettriche, presenti sul suo territorio, a garantire il riciclaggio totale delle batterie stesse. Finora, secondo la BBC, la media di quelle riciclate dai costruttori di veicoli green si aggirerebbe attorno al 5%, perché i costi sono elevati, soprattutto quelli che riguardano il trattamento dei metalli nocivi di cui le batterie sono composte.
In Europa il riutilizzo delle batterie a litio raggiunge livelli tra i più elevati al mondo, con una media globale di circa la metà delle batterie al litio riciclate. Il loro riutilizzo, infatti, non solo è importante per evitare la dispersione nell’ambiente di materiali pericolosi, ma anche perché permette di abbattere le emissioni inquinanti fino al 30% rispetto alle auto endotermiche.
In tutto il mondo sono in fase di costruzione appositi stabilimenti per il riciclo delle batterie al litio delle auto elettriche. L’economia circolare e la transizione ecologica sono punti essenziali di questa strategia di autonomia energetica: le gigafactory dovranno ridurre al minimo i loro impatti sull’ambiente. Ecco perché il nuovo regolamento UE sulle batterie, allo studio di Bruxelles, prevede due progetti con traguardi crescenti per il recupero dei materiali:
- recuperare i preziosi materiali custoditi all’interno come litio, cobalto e nichel;
- recuperare la batteria nella sua interezza, in termini di peso si dovrà ottenere il 65% del totale entro il 2025 e il 70% entro il 2030. Si potrà quindi utilizzare nuovamente la batteria rigenerata per altre applicazioni energetiche.
Il regolamento fisserà anche obiettivi per l’uso di litio riciclato nei nuovi accumulatori: almeno 4% di litio riciclato nel 2029 per poi salire al 10% nel 2034.