Le smart city, in italiano “città smart o intelligenti”, sono una realtà urbana che negli anni ha preso via via sempre più piede, tanto a livello nazionale quanto nel panorama internazionale.
La definizione di smart city ruota intorno alla loro capacità di gestire in modo intelligente e sostenibile le risorse a disposizione, al fine di raggiungere una propria autosufficienza in termini energetici e di garantire una migliore qualità di vita dei cittadini. Strumenti fondamentali in tal senso sono le tecnologie digitali e di telecomunicazione che consentono di ottimizzare le infrastrutture, i servizi e le reti, rendendoli più efficienti.
Smart City: cosa sono?
Cosa sono le smart city e cosa le distingue dall’idea tradizionale che abbiamo di città è in realtà un concetto abbastanza intuitivo: l’idea di città intelligente nasce intorno al 2010, nel momento in cui le principali aziende tecnologiche hanno cominciato a puntare su soluzioni urbane sempre più inclusive e multisettoriali, in grado di trasformare le città in termini di innovazione ed efficienza.
Inoltre, con le aree urbane sempre più sotto i riflettori a causa del loro ruolo sull’impatto ambientale, con influssi sempre più nocivi per il cambiamento climatico, la dimensione sostenibile delle smart city è stata fin da subito quella messa in primo piano.
Le qualità di una città intelligente dipendono quindi dall’impiego della migliore tecnologia, in tutte le sue sfaccettature, e dall’educazione virtuosa dei nuovi cittadini, al fine di raggiungere un modello ideale di connessione, intelligenza e adattabilità. Le prestazioni reali di una smart city non dipendono infatti esclusivamente dai supporti fisici e tecnologici ma anche dal capitale intellettuale, sociale e umano supportato da infrastrutture sociali progredite, da una rinnovata informazione comunitaria e da un nuovo concetto di competitività urbana positiva.
Questa precisazione è necessaria per evitare di confondere il concetto di “città intelligente”, con la dicitura “città tecnologica”. Si tratta, infatti, di due termini che spesso vengono usati erroneamente come sinonimi ma che, in realtà, contengono in sé una differenza sostanziale, seppur sfumata e a volte difficile da riconoscere. La smart city si contraddistingue per il suo carattere innovativo in termini di processi, prodotti, servizi e soluzioni sostenibili e autosufficienti. Per raggiungere questi obiettivi si possono utilizzare le ICT (ovvero le tecnologie dell’informazione e della comunicazione), che non sono, però, una condizione necessaria affinché si possa parlare di città intelligenti. Al contrario, nella digital city la presenza di una rete informatica che stimoli la comunicazione e l’interazione fra più soggetti è un requisito fondamentale.
Ma allora che cosa diventa una città intelligente costantemente connessa in rete mediante ICT e Internet, in grado di elaborare dati e informazioni fondamentali per adattare le esigenze dei propri cittadini alla dimensione urbana? Una smart city digitale, ovvero una realtà sempre più frequente negli ultimi anni. Le due definizioni, quindi, possono essere designate anche per rappresentare un’unica realtà, perché la tecnologia è uno strumento fondamentale e utilissimo per favorire lo sviluppo nel tempo di qualunque area urbana.
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La classifica ufficiale delle città smart
Lo Smart City Index è, come suggerisce il nome stesso, un indice di misurazione del livello di smartness di una città e delinea ogni anno una classifica delle smart city secondo quattro parametri fondamentali:
- sostenibilità
- inclusione
- resilienza
- accessibilità
L’asset della sostenibilità viene esaminato in termini di basso impatto ambientale nelle diverse componenti di trasporto, energia e ambiente. In primo luogo, l'obiettivo delle reti di mobilità è quello di registrare una progressiva diminuzione di veicoli inquinanti a fronte di una mobilità sempre più alternativa e inclusiva. Le reti energetiche, inoltre, stanno riducendo sempre di più l’uso di fonti fossili a favore di quelle verdi e riutilizzabili, insistendo su politiche di incentivazione per favorire il risparmio energetico a tutto tondo. Anche il comportamento dei cittadini ha rivestito una grande importanza, motivati a loro volta dalla realizzazione di spazi verdi, urbani e non, da impianti di depurazione e da reti di raccolta differenziata sempre più sostenibili.
L’inclusione è un driver fondamentale nella realizzazione di infrastrutture progettate mediante meccanismi di ascolto, comunicazione, informazione e partecipazione dei cittadini. L’innovazione sociale, infatti, non può essere raggiunta in un’ottica esclusivamente urbana perché questo potrebbe comportare barriere insormontabili per i destinatari, incapaci di sentirsi parte della città stessa. Per ovviare al problema, è necessario integrare lo sviluppo umano a quello urbano mediante processi di formazione ed educazione al concetto di smartness delle città.
Si parla, poi, di città smart nel caso in cui la sua ossatura sia resiliente, ovvero pronta a reagire in modo proattivo a qualunque situazione di emergenza, provocata tanto da eventi esterni quanto interni. Il tema della resilienza è particolarmente legato alla situazione di emergenza vissuta a livello mondiale a causa degli effetti del Coronavirus, con un focus particolare sulle infrastrutture sanitarie.
Il driver dell’accessibilità, infine, viene favorito da un sistema facilitato di comunicazione e di mobilità volto a ridurre le disuguaglianze sociali esistenti. Mediante soluzioni sempre più tecnologiche e con un occhio di riguardo nei confronti di individui con disabilità di varia natura, si auspica, nel prossimo futuro, la realizzazione di strutture cittadine più smart e accessibili, dotate di dispositivi di assistenza al movimento e di fruizione facilitata di informazioni.
La situazione delle Smart City in Italia
Negli ultimi dieci anni, la società FPA ha stilato un elenco annuale delle città smart in Italia in occasione dell’evento Forum PA Città. L’ultimo ranking, presentato il 23 novembre 2021, ha rivelato un’accelerazione digitale notevole, seppur disomogenea, sul territorio nazionale. Sempre più evidente appare infatti il divario fra Nord e Sud, con differenze più sfumate tra le metropoli. Unica eccezione: la Puglia, con ben due città (Bari e Lecce) nella top 20, e con un comune nella provincia barese, Monopoli. Tuttavia, quest’anno ha sorpreso particolarmente il posizionamento di Milano, smart city italiana per eccellenza, che è stata superata da altri due capoluoghi. Ma vediamo insieme quali sono le smart city in Italia quest’anno.
Secondo l’ICity Rank, Firenze si è rivelato il capoluogo italiano più digitale, sorpassando Milano che aveva detenuto il primato per sei anni di fila e che si è dovuto accontentare della terza posizione, preceduta sul podio anche da Bologna. Seguono poi Roma, Modena, Bergamo, Torino, Trento, Cagliari e Venezia. Gli indicatori utilizzati per stilare questa classifica sono stati l’accessibilità delle app municipali e dei servizi pubblici online, la trasparenza e l’utilizzo di open data e social media e l'implementazione di tecnologie di rete e di wi-fi pubblico.
Alcuni esempi di città intelligente
Tra i casi più virtuosi di smart cities in Europa troviamo Londra e Amsterdam che hanno raggiunto le prime posizioni nell’ultima classifica europea stilata. Prima di analizzare nello specifico queste metropoli, però, è bene riportare un elenco delle città smart nel mondo.
Secondo il City Motion Index, indice che misura il grado di smartness di una città, Londra è la smart city più all’avanguardia in termini tecnologici e digitali, seguita da New York e Parigi. La capitale del Regno Unito ha stilato un piano strategico che si sviluppa su tre asset principali: quello dell’innovazione mediante big data, della trasformazione digitale all’interno di un complesso cyber-ecosistema e della connettività a misura di cittadino. Anche in ottica green sono sempre più numerosi gli investimenti sull’idrogeno verde e sulle fonti eoliche.
Secondo altre classifiche, invece, Londra occupa il secondo posto, superata solo da Singapore, smart city asiatica per eccellenza e ottimo esempio di sviluppo urbanistico interpretato in chiave innovativa e sostenibile. Con un’attenzione particolare rivolta alla mobilità, questa città-isola è stata anche chiamata “la metropoli senza traffico”.
Da inserire nell’elenco come smart city di rilievo c’è Amsterdam: la capitale dei Paesi Bassi sta promuovendo un piano strategico basato sull’economia circolare e sostenibile. A rivestire un ruolo fondamentale sono una transazione ecologica graduale, che vedrà una riduzione del 55% delle emissioni di CO2 entro il 2030, e una mobilità sempre più sostenibile, implementata da piste ciclabili efficienti che da anni assicurano alla metropoli olandese il primato sull’uso delle biciclette.