Su esempio dell’Europa, che entro il 2030 prevede una quota del 32% di energia rinnovabile, la regione latina dell’America si è posta un obiettivo ancora più ambizioso: infatti, questa zona conta di riuscire a raggiungere una quota pari al 70% di energia rinnovabile entro il 2030, più del doppio dell’obiettivo europeo.
Tra le regioni che hanno deciso di schierarsi a favore e riunirsi per questo importante provvedimento comune si contano: Cile, Colombia, Costa Rica, Ecuador, Guatemala, Haiti, Honduras, Perù e Repubblica Dominicana.
Le regioni Brasile e Panama sono le prossime che potrebbero aggiungersi a questo accordo, non appena i rispettivi governi avranno fornito il nullaosta per procedere.
Ad anticiparlo è stata Maria Fernanda Suarez - ministro colombiano delle Miniere e dell'Energia - alla storica agenzia di Stampa Reuters che si occupa della Spagna e del Sud America, raccontando quali sono le principali idee per migliorare il target delle energie rinnovabili in futuro; proprio in questi giorni, si è diffusa la buona notizia anche nelle altre regioni.
È stato da Lei stessa presentato il Piano delle Nazioni Unite, in occasione di un summit sul clima ed in questa occasione si sono vociferate le meno remote partecipazioni di Brasile e Panama.
Maria Fernanda Suarez crede infatti che saranno poi gli stessi paesi aderenti a questa iniziativa a convincere gli altri ad agire di conseguenza, in modo da rendere l’intera zona unanime nelle proprie decisioni eco-sostenibili e confermare tutto ciò come il progetto più lungimirante del mondo.
Prima di poter capire come attuare queste modifiche, è utile porsi un’ulteriore questione.
È un obiettivo realizzabile?
Per quanto possa sembrare una quota irraggiungibile in una decina di anni, non è così assurdo immaginare che l’America meridionale soddisfi l’obiettivo che si è preposta.
Possiede infatti dei presupposti quali i bassi consumi, la forte incidenza dell’idroelettrico e le nuove aste rinnovabili che potrebbero rendere questo compito neppure troppo impegnativo da eseguire.
Senza contare che le sorti di questa prerogativa dipendono da diversi paesi, che sono altrettanto fiduciosi nella buona riuscita di questo intento.
Le energie pulite e rinnovabili (idroelettriche, geotermiche, sole e biomasse) che si pensa di praticare sono appunto quelle eoliche e la biomassa solare.
È utile inoltre ricordare che un buon 70% dell’elettricità presente nella regione delle Ande proviene dall’ energia idroelettrica.
Colombia & Costa Rica
Uno dei paesi protagonisti più attivi di questa campagna eco-friendly è la Colombia: con l’obiettivo più individuale e a breve termine che si è preposto, conta di raggiungere 1,5 GW di capacità rinnovabile - attraverso le nuove aste eoliche e fotovoltaiche - entro il 2022.
La quota di GW invece prevista per l’obiettivo da soddisfare entro il 2030 è di arrivare a 312 GW.
Considerando che la nazione attualmente ha una capacità di 80 MW, è senz’altro lodevole l’impegno previsto.
Inoltre, anche la CECCA (Clean Energy Corridor of Central America) è un obiettivo che la Colombia sta cercando di realizzare al momento, promuovendo lo sviluppo accelerato e il commercio transfrontaliero del rinnovabile.
In quanto al paese Costa Rica, un altro protagonista collaterale dell’avviarsi verso un mondo pulito, è il terzo anno per la sua produzione energetica da record: infatti, il fabbisogno interno di questa zona è quasi esclusivamente derivante da fonte rinnovabile, con una percentuale del 99,62%.
Questa elevata quota ha permesso nel 2017 al Costa Rica di procedere per 300 giorni impiegando unicamente energia pulita, scalando il 2015 con 299 giorni e lo stesso 2016 con 271 giorni. Un vero e proprio record!
Sia l’energia eolica che quella fotovoltaica stanno ricevendo sempre più attenzione non solo in questa regione ma anche in altri paesi, e potrebbero costituire le uniche fonti di sostentamento energetico selezionate per un ambiente più green.