Si chiamano TEE, Titoli di Efficienza Energetica e sono una risorsa preziosa per alimentare il mercato delle energie riciclabili con investimenti sempre nuovi ma anche per misurare quali sono le attenzioni del pubblico e dei contribuenti nei confronti dei progetti di efficienza energetica. Definiti anche certificati bianchi, i TEE rappresentano uno dei tre strumenti per l’incentivazione dei progetti di efficienza energetica in Italia.
Ai TEE bisogna aggiungere meccanismi più agili come le detrazioni fiscali, altrimenti definite ecobonus, e il conto termico. Le detrazioni sono una strada tutto sommato agile e alla portata di tutti: qualsiasi proprietario più decidere di investire per ristrutturare il proprio bene immobiliare puntando su pannelli solari, doppi vetri a bassa dispersione di calore e molto altro salvando parte dei soldi spesi che non finiranno in tasse. I TEE invece prevedono un vero e proprio investimenti.
Un titolo che ha quindici anni di storia
L’idea è nata nei primi anni del nuovo millennio e si è concretizzata nel 2005. Inizialmente gli italiani non sembravano essere così interessati a questo genere di prodotto, distratti dagli sbalzi della borsa che consentivano facili guadagni in poco tempo e anche dalla new economy che aveva già vissuto un boom e un crack ma continuava a promettere nuove ricchezze. Ci sono voluti un po’ di anni per fare in modo che i TEE fossero un prodotto se non altro conosciuto al grande pubblico e che chi volesse acquistarli potesse farlo.
A oggi i risultati dimostrano che quella dei TEE è stata un’idea che agli italiani è piaciuta. Al 31 dicembre 2019 i TEE si sono dimostrati il titolo più longevo e produttivo incentivo per l’efficienza energetica: non solo, ma il loro acquisto ha consentito un considerevole risparmio in termine di TEP, vere e proprie tonnellate di petrolio. Ben 26 milioni di TEP… Ma l’andamento di questi titoli così come l’accoglienza del pubblico è stato un po’ ondivago.
Titoli utili nel breve e nel medio periodo
I TEE offrono uno schema ormai consolidato: coprono tutti i settori, quello della piccola abitazione e dei piccoli risparmiatori come quelli della grande industria, del settore agroalimentare e del terziario. Ogni TEE, ogni certificato bianco corrisponde a 1 TEP, in teoria una tonnellata di petrolio in meno da bruciare. La loro cessione viene formalizzata per un tempo che varia da 3 anni, i titoli più semplici e meno legati alle dinamiche macroeconomiche, a 10 anni. Ogni titolo varia in funzione dei risparmi energetici che effettivamente riesce a conseguire.
Lo schema dei certificati bianchi presenta dunque un mercato – articolato in una piattaforma per gli scambi spot e una per gli scambi bilaterali – in cui i soggetti obbligati possono acquistare i TEE dai soggetti volontari. Il prezzo di vendita dei certificati bianchi determina l’entità dell’incentivo per le ESCO e società con EGE certificato che partecipano al meccanismo. Nel corso degli anni il valore dei titoli è oscillato prevalentemente fra i 100 e i 110 euro a certificato, ma negli ultimi due anni si è verificata una forte crescita dovuta alle difficoltà per l’offerta. Le richieste erano sempre maggiori e i TEE disponibili sul mercato erano sempre di meno e considerando la loro resa chi li aveva in mano se li teneva ben stretti.
Il mercato è cambiato, come cambiano i TEE
Tuttavia i finanziamenti erogati non sono ancora sufficienti a coprire gli obblighi di efficienza energetica e il rischio per gli operatori è quello di andare incontro a una ragguardevole perdita economica: di conseguenza l’offerta nel corso dell’ultimo anno è stata nuovamente rimodulata con lo scopo di dare liquidità nel breve periodo e garantire una sostenibilità davvero equilibrata a tutto il sistema nel lungo periodo l’intervento.
In questo momento il Piano Nazionale Integrato Energia e Clima pone obiettivi molto ambiziosi di decarbonizzazione e riduzione dei consumi energetici si parla di non meno di 10 milioni di tonnellate all’anno di petrolio da qui al 2030.
È vero che storicamente, tra gli strumenti di supporto statali, un ruolo determinante per il raggiungimento degli obiettivi di efficienza energetica (EE) è stato giocato dal meccanismo dei Tee. Ma è altrettanto evidente che il meccanismo delle defiscalizzazioni e una certa confusione normativa di base abbiano finito per tornare a distrarre l’attenzione degli investitori da questi prodotti che, in altri paesi, sono invece una risorsa sostanziale per il sostegno alle politiche ambientali.