Una crescita notevole della mobilità elettrica, superiore alle aspettative e sicuramente al di là di quelle che erano le stesse previsioni delle aziende automobilistiche che probabilmente non erano pronte ad accogliere una tale richiesta da parte del pubblico.
Di conseguenza sono arrivati anche gli altri ritardi: nella distribuzione della rete elettrica compatibile per la ricarica delle batterie delle auto per esempio. Che in molti paesi – compreso il nostro –è decisamente in ritardo. Ma il dato di fatto più significativo è che la vendita dei veicoli elettrici è aumentata molto più velocemente del previsto e di questo passo supererà ampiamente anche le previsioni dei costruttori, costringendoli a qualche correttivo nella propria pianificazione delle produzioni.
Vendite delle auto elettriche in costante aumento
I dati, elaborati da un autorevole studio del Boston Consulting Group pubblicato alcuni giorni fa online, parlano chiaro. Le stime del 2017 sono state superate molto abbondantemente e sicuramente i dati di vendita alla fine del 2018 supereranno di almeno un terzo le previsioni. Il che significa che quasi tutte le auto elettriche già prodotte sono state vendute e che la stragrande maggioranza di quelle in costruzione sono praticamente già prenotate.
Una crescita esponenziale che porta a pensare che il mercato mondiale a breve sarà composto per lo meno per un terzo da auto elettriche. Il Boston Consulting Group ipotizza che entro il 2025 più del 35% del mercato automobilistico privato e pubblico, le prime richieste arrivano proprio da compagnie di taxi e di noleggio urbano, viaggerà con il plug in elettrico.
Le proiezioni ipotizzano che nel 2050 il 50% del parco auto mondiale potrebbe essere completamente elettrico e dunque finalmente svincolato da gas fossili.
Si sceglie l’elettrico per incentivi e risparmi
Il report del Boston Consulting Group 'Who Will Drive Electric Cars to the Tipping Point?' – chi condurrà le auto elettriche al punto di non ritorno – è un documento che è diventato immediatamente oggetto di studio tra chi segue le vicende dello sviluppo dell'auto elettrica e del suo mercato.
A motivare la crescente richiesta da parte dell’utenza sono senza dubbio gli incentivi statali che in molti paesi sono estremamente generosi per chi passa da un’auto a benzina o diesel a quella ad alimentazione verde. L’Italia sotto questo aspetto non fa differenza. Gli aiuti economici garantiti a chi acquista sono uno dei primi motivi.
Un’altra delle motivazioni è la voce sempre più ricorrente che molto presto si dovrà fare i conti con una definitiva chiusura alle auto diesel: se ne parla da alcuni anni e anche in Italia si era sparsa la voce secondo la quale i motori a gasolio sarebbero dovuti uscire dai listini delle case automobilistiche entro il 2025. Ma la voce è rimasta tale e per ora non ci sono conferme. Molti i paesi che su questo punto stanno facendo una strenua resistenza, come la Germania, che se da una parte moltiplica i suoi sforzi per produrre un quantitativo di energia elettrica sempre più verde, dall’altra non vuole rinunciare alla leadership nel settore delle auto a gasolio.
L’80% di chi lascia il diesel e la benzina passa all’elettrico
I dati sono ancora oggetto di studio: se non ci fosse alcuno stop ai motori a gasolio, i dati commerciali dicono che la contrazione della quota di mercato del diesel sarebbe del 18% entro la fine di quest’anno e che la stragrande maggioranza dei proprietari di auto a benzina o gasolio, si parla quasi dell’80%, sceglierebbe auto full electric.
A spingere ulteriormente sull’acceleratore delle auto elettriche ci sono anche i costi che a poco a poco si stanno abbassando, per i mezzi ma anche per la loro componentistica, in particolare le batterie.
Dunque, a fronte di un calo sistematico delle auto ad alimentazione tradizionale i veicoli PHEV continueranno a essere sempre più venduti e sempre più richiesti e toccherà alle case automobilistiche e alle infrastrutture mettersi al passo. Perché è evidente che a fronte di una rete di colonnine e di stazioni di servizio ancora non adeguata questa scelta rischia di restare un’incognita.