Ogni anno si fa sempre più fitta, e in molte regioni anche particolarmente complicata, l’agenda delle scadenze che riguardano le competenze ambientali. Per i cittadini la scadenza per eccellenza è quella della TARI, la tassa sui rifiuti che in moltissimi comuni cambia i suoi importi anche di anno in anno. Ma per le aziende il calendario è molto complesso e va tenuto d’occhio con grande attenzione.
La TARI, attenzione a importi e scadenze
Nonostante la tassa sui rifiuti, anche se con qualche variazione e adeguamento esista ormai da diversi anni, si fa ancora parecchia confusione. Sono molti i casi di cittadini che dimenticano di pagare, o si traferiscono in un altro comune ma non ‘abbandonano’, anche da un punto di vista amministrativo, la vecchia residenza con il documento che di fatto è una liberatoria sulle tasse a venire. Eppure, basterebbe quello per evitare le sorprese, sempre più frequenti, di tasse arretrate anche di quattro o cinque anni che finiscono per perseguitare il contribuente anche presso il suo nuovo domicilio.
L’importante è prestare attenzione: la TARI va pagata, sempre. Se si è proprietari e non si è affittato l’immobile, se si è affittuari con un regolare contratto anche se si tratta di seconda casa o se è l’abitazione che abbiamo affittato ai nostri figli che studiano fuori sede ma di fatto sono ancora domiciliati a casa. Se non arriva a casa entro giugno la lettera del Comune di residenza che accorpa l’importo della tassa e i bollettini per pagare in una o tre soluzioni il dovuto è meglio informarsi presso il Comune di residenza e verificare la nostra pratica.
Attenzione a quando ci si trasferisce
Esattamente come per le utenze, e dunque gas, acqua ed elettricità (con canone tv annesso), la TARI ci segue dove andiamo. Qualche caso: il più semplice è il trasferimento a un nuovo comune italiano. Quando chiederemo la variazione della residenza il nostro nuovo comune ci farà compilare un modulo che di fatto ci libera da ogni impegno amministrativo nei confronti del vecchio comune.
È un’agevolazione importante che tuttavia tiene conto di tutti i tempi e le incertezze delle pratiche burocratiche. Meglio verificare dopo qualche mese che la comunicazione sia andata a buon fine e che il nostro nome non sia più iscritto tra quello dei contribuenti del Comune dove non siamo più residenti.
TARI e traslochi, istruzioni per l’uso
Se ci si sposta all’interno dello stesso Comune, è bene verificare che non si debbano pagare due volte le tasse: come proprietario (del vecchio immobile non affittato) e di quello nuovo, come nuovo proprietario o inquilino. I server dei comuni sono molto aggiornati, inutile far finta di niente sperando che qualcuno non se ne accorga. La tassa arriverà e sarà appesantita da more, sanzioni e interessi passivi.
Se invece ci si è trasferiti all’estero vale la stessa regola: serve una liberatoria. Potrebbe bastare anche un’autocertificazione corredata da una dimostrazione che siamo residenti oltre confine (un contratto d’affitto, una bolletta a nostro nome) ma rivolgersi all’ufficio tributi del Comune nel quale eravamo residenti è sempre la migliore soluzione.
Le altre scadenze per le aziende
Ci sono poi molte altre scadenze importanti: entro il 30 aprile di ogni anno tutte le aziende interessate sono tenute a presentare il Modello Unico di Dichiarazione Ambientale (MUD) e versare i contributi annuali all’Albo Gestori Ambientali. Sono le aziende che producono spazzatura e inquinamento, si parla di almeno tre chilidi gas fluorurati ad effetto serra – lo generano i normali impianti di condizionamento – e dunque praticamente tutte le aziende e persino gli uffici sono coinvolti.
Entro il 31 maggio deve essere presentata dai nostri manutentori di fiducia, anche consulenti esterni, la dichiarazione F-gas. Chi è autorizzato alle emissioni in atmosfera, le industrie anche di dimensioni medio piccole, deve effettuare e documentare registrazione dei consumi di materie prime, controlli periodici, manutenzioni e comunicare il bilancio di massa che SOLO IN LOMBARDIA va inoltrato già entro il 31 marzo.