Il settore automobilistico ha sempre visto il petrolio come perno produttivo, fondamentale per la realizzazione di benzina e combustibili derivati come il gasolio, sui quali si è fatto affidamento per decenni, mentre ora si sta rapidamente passando alla ricerca di carburanti alternativi alla benzina.
A causa degli effetti nocivi dei carburanti fossili a livello ambientale e del vertiginoso aumento dei prezzi, infatti, negli ultimi anni sono stati proposti e anche utilizzati numerosi carburanti alternativi per auto e mezzi di trasporto in genere. GPL e batterie elettriche per auto sono alcune delle soluzioni possibili che si stanno imponendo sempre più sul mercato e che potrebbero rappresentare una vera e propria svolta per il futuro globale della gestione energetica, ma nel tempo sono state sviluppate anche altre soluzioni più simili alla certo inquinante ma anche pratica ed efficiente benzina.
Combustibili alternativi per auto, dal gas al biodiesel
Prima di tutto, è bene specificare cosa si intende per combustibili fossili tradizionali, composti che derivano da un lunghissimo processo di produzione e trasformazione di sostanze organiche di varia natura attraverso reazioni naturali che avvengono sotto terra. Una delle loro principali caratteristiche è l’elevata concentrazione di atomi di carbonio, uno dei composti principali presenti nella biosfera che però, quando vengono bruciati per combustione, diventano elementi nocivi per l’uomo e l’ambiente. A questa categoria appartengono sostanze come il carbone, il petrolio e il gas naturale.
Nonostante esistano vari tipi di combustibile alternativo al petrolio, alcuni di questi richiedono tecnologie specifiche affinché siano in grado di alimentare l’automobile, mentre altri ancora potrebbero addirittura provocare problemi rilevanti se non impiegati con il mezzo di trasporto corretto e adottando determinati accorgimenti.
Perché un’alternativa alla benzina?
Come qualunque altra soluzione, anche l’uso della benzina comporta una serie di vantaggi e svantaggi di cui è necessario tenere conto prima di procedere con l’acquisto di una nuova automobile. Prima di tutto, un motore a benzina è più elastico, e quindi più performante, rispetto ad altre tipologie di combustibile. Questo implica costi più bassi per l’approvvigionamento, spese ridotte per la manutenzione e prestazioni ottimali in tempi rapidi.
Tuttavia, e qui nasce la necessità di soluzioni alternative, la benzina produce un numero elevato di emissioni e inquina, di conseguenza, molto di più di molte altre fonti energetiche, seconda probabilmente solo al carbone. Per questo, nel corso degli anni è diventata oggetto di sempre maggiori limitazioni di transito nelle città, oltre che di una montante antipatia verso il suo utilizzo, in particolare dalle giovani generazioni, più attente agli aspetti ambientali.
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I principali gas combustibili per auto
Tra i principali combustibili alternativi alla benzina possiamo sicuramente contare quelli di origine gassosa, tra cui i più utilizzati e performanti sono:
- il GPL (Gas di Petrolio Liquefatto): è di uno dei combustibili meno inquinanti in commercio e con un prezzo decisamente inferiore rispetto a quello della benzina e del gasolio. Si tratta di una miscela di idrocarburi gassosi, costituita principalmente da propano e butano. Fra i suoi vantaggi principali ci sono un impatto ambientale ridotto (non inquina né il suolo né l’acqua) e la sua reperibilità;
- il metano: questa tipologia di carburante è presente in commercio in vari modelli ed è ancora più economico rispetto al GPL. È una miscela di gas naturale particolarmente utilizzata per la produzione di energia e calore, oltre che nel settore automobilistico. Il numero di distributori in Italia e in Europa è in continua crescita.
Il biodiesel come alternativa ecologica al gasolio
Il gasolio è spesso criticato, tacciato come la tipologia di carburante più costosa e nociva per il riscaldamento globale. Nonostante la notorietà e l’utilizzo di veicoli elettrici e di gas alternativi stiano aumentando, questi non sono però l’unica alternativa esistente. Esistono infatti delle opzioni originali ed ecologiche all’utilizzo del gasolio che vengono raccolte sotto la definizione generica di biodiesel.
Questo è un carburante ottenuto da olio vegetale, come quelli di colza e di girasole, che viene combinato e trattato con alcool etilico o metilico attraverso un processo chimico. In questo modo, si ottiene un liquido viscoso come il gasolio, di colore ambrato o trasparente e a bassa tossicità, ottenuto però da fonti rinnovabili ed ecologiche. La sigla BD viene utilizzata esclusivamente nel caso in cui si trovi allo stato puro e non sia stato miscelato al gasolio tradizionale.
Il biodiesel, però, presenta anche un grosso svantaggio: pur trattandosi di una sostanza ecologica e biodegradabile, una coltivazione intensiva degli oli vegetali necessari per la sua produzione potrebbe provocare un aumento dei costi delle risorse e delle materie prime, così come un elevato consumo del suolo.
I biocarburanti a base vegetale sono combustibili di origine organica che, a seconda del prodotto di cui sono costituiti principalmente, possono essere suddivisi in una grande varietà di complessi molecolari. Questi combustibili a base vegetale derivano da scarti vegetali e da fonti energetiche rinnovabili che possono essere coltivate ovunque; ciò favorisce la loro produzione, che si stima avverrà in quantità maggiori e con più facilità nel prossimo futuro. Inoltre, rispetto ai corrispettivi fossili, i biocombustibili consentono di ridurre le emissioni di carbonio e gas serra fino al 65%.
Nonostante i numerosi benefici che possono apportare, i costi di produzione dei biocombustibili sono decisamente più elevati dei corrispettivi fossili, rendendone più difficoltoso l’impiego nei Paesi in via di sviluppo. Monocoltura e massiccio impiego d’acqua sono altri deterrenti a questa alternativa ecologica perché comporterebbero l’inevitabile impoverimento dei terreni e dei suoi nutrienti da una parte e una netta riduzione delle riserve d'acqua di un territorio dall’altra.
Il biocarburante prodotto in maggior quantità è infatti il biodiesel, vale a dire l’alternativa vegetale del gasolio, la cui reputazione in questo momento sta però vacillando a causa di numerose segnalazioni scientifiche da parte di vari istituti di ricerca in Europa. Secondo l’European Environment Agency e l’International Food Policy Research Institute, infatti, il futuro del biodiesel sarebbe incerto, in particolare di quello ottenuto dagli oli di colza e di palma che potrebbero avere un effetto negativo sui cambiamenti climatici.
Che fine ha fatto il carburante a idrogeno?
L’idrogeno come carburante è stato a lungo considerato tra le alternative più promettenti dei combustibili fossili grazie alla sua natura ecologica, alla durevolezza delle celle a combustibile e alla possibilità di adattarsi alle infrastrutture di benzina. Attualmente, però, quest’opzione è stata accantonata a favore delle auto elettriche o del gas.
Le automobili a idrogeno sono infatti più care a causa dei costi elevati di immagazzinamento e trasporto del combustibile. L'idrogeno, inoltre, è una sostanza altamente infiammabile e produce molte emissioni di gas serra. Tutte queste caratteristiche lo rendono un’opzione allettante che, però, deve ancora essere soggetta a numerose modifiche prima che possa effettivamente imporsi sul mercato automobilistico.
Mobilità elettrica come unica alternativa vincente?
Viste le difficoltà di produzione oppure i limiti in termini di sostenibilità di soluzioni alternative alla benzina e al gasolio come idrogeno e biocarburanti, nel tempo si è imposta nell’immaginario comune una possibilità energetica diametralmente opposta, ovvero non un combustibile ma una fonte di energia alternativa come l’elettricità, in particolare attraverso la produzione di batterie per auto elettriche sempre più performanti.
Al momento, però, l’autonomia limitata e i dubbi sullo smaltimento delle batterie per auto elettriche dissuadono molti utenti dall'acquisto. Per svilupparsi a livello di mercato globale e poter davvero sostituire i combustibili fossili, è fondamentale che la mobilità elettrica veda aumentare gli investimenti sullo sviluppo tecnologico, sull’adeguamento delle infrastrutture di approvvigionamento e sulla competitività a livello di costi, in modo da incentivare l’utilizzo di questa soluzione su vasta scala.
Quello che è certo è che il futuro della mobilità sostenibile è tuttora aperto a numerose possibilità di applicazione, con un numero molto ampio di risorse e materie prima a cui attingere e in cui sperare, anche grazie allo sviluppo di sempre nuove tecnologie di sfruttamento e di gestione delle risorse, con sempre minore impatto sull’ambiente e, non ultimo, sulle nostre finanze.