Negli ultimi tempi si è registrato il successo delle stufe a pellet, scelte come metodo di riscaldamento alternativo alle caldaie a metano. Alla luce delle vendite commerciali conseguite nel campo del pellet, in molti si domandano se davvero la convenienza risieda nel pellet o nel metano. Per rispondere a questa domanda, nello specifico, verrà preso in esame il consumo sia della stufa a pellet che della caldaia a metano espresso in chilowattora, ipotizzando di dover effettuare il calcolo sulla base di un'abitazione di dimensioni pari a 60 mq (un classico bilocale).
Per comprendere il tema riguardante la convenienza di pellet o metano, occorre confrontare 1 kg di pellet e un metro cubo di metano, studiando quali sono i kWh consumati: 1 kg da pellet sprigiona 4,8 kWh, 1 metro cubo di gas circa il doppio (10 kWh, ndr). A parità di peso specifico del materiale utilizzato (pellet da una parte, metano dall'altra), è il metano a consumare più kWh rispetto al pellet. A un consumo di chilowattora maggiore corrisponde anche una più elevata spesa.
A conti fatti, il pellet si dimostra più conveniente rispetto al metano. Mantenendo sempre l'esempio precedente (bilocale con metratura pari a 60 mq), ipotizzando un utilizzo giornaliero della caldaia a metano e della stufa a pellet pari a dodici ore, il riscaldamento con il pellet garantirebbe un risparmio medio rispetto al metano pari a 1,50 euro. Se si moltiplica tale valore per 30 giorni, si ha un risparmio mensile intorno ai 45 euro. Per avere una stima complessiva del risparmio procurato dal pellet rispetto al metano a gas, si moltiplica il dato mensile (45 euro) per il numero dei mesi in cui si usufruisce del riscaldamento. In genere, le famiglie italiane iniziano a usufruire del riscaldamento a metano o a pellet dal mese di ottobre fino a marzo inoltrato, per un totale di circa 6 mesi. Moltiplicando quindi 45 euro (il risparmio mensile del pellet rispetto al metano) per 6 mesi, si raggiunge un risparmio annuale pari a 270 euro circa.