La sigla PD indica il prezzo del dispacciamento in bolletta. Sono numerose le componenti presenti all'interno della bolletta (indipendentemente dal suo formato, cartaceo o digitale che sia) che mandano in confusione gli intestatari di una fornitura elettrica. Tra queste, una delle meno conosciute è proprio quella relativa al dispacciamento. In molti si chiedono cosa significa il dispacciamento dell'energia elettrica e perché va pagato insieme al resto delle altre componenti. A seguire un breve approfondimento sul peso del dispacciamento in bolletta e quanto stabilito dall'ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente).
Significato voce dispacciamento in bolletta
Sia la bolletta della luce che del gas contengono al loro interno la componente del dispacciamento. Perché? Il motivo è semplice: il dispacciamento altro non è se non l'attività che permette al gestore della rete di trasmissione di mantenere l'equilibrio tra offerta e domanda di luce elettrica o gas naturale. Senza il dispacciamento, operato dal gestore, il sistema elettrico e il sistema gas dell'Italia andrebbe incontro a continue interruzioni. Per questa ragione, il dispacciamento è un'attività che ha un suo costo.
Dispacciamento in bolletta stabilito da ARERA
La componente PD (Prezzo Dispacciamento) rientra nella spesa per la materia energia, che a sua volta è inclusa nella sezione dei Servizi di vendita. La spesa per la materia energia è - sia per la luce che per il gas - la voce più importante in bolletta ed è espressa da una quota d'energia e una quota fissa. La quota d'energia include il prezzo fisso per la componente luce o gas naturale, espressa in euro/kWh o euro/Smc. Nella quota fissa rientrano invece le altre due componenti che costituiscono la spesa per la materia energia, vale a dire il prezzo per il dispacciamento e la commercializzazione al dettaglio. La quota fissa della spesa per la materia energia è stabilita dall'Autorità per l'Energia ed è pari a 48 euro fino al giorno 31 del mese di marzo.