Curitiba, splendida città brasiliana nello stato del Paranà, uno dei angoli più verdi e più affascinanti della Confederazione brasiliana: un centro che ha fatto dell’ecologia e della sostenibilità uno dei propri cavalli di battagli al punto da battere un record non da poco: ospita il primo stadio ecologico del mondo. Curtitiba è famosa per i suoi parchi e per la sua cultura ambientalista.

In Brasile nasce il primo Ecostadio del mondo

Si chiama Janguito Malucelli ma è stato immediatamente ribattezzato l’Ecostadio, o anche Janguitão. Porta il nome dell’uomo che lo ha fortemente voluto e che al momento ne è anche il proprietario. Malucelli, grande appassionato di calcio ma anche persona fortemente coinvolta nel mondo dell’ambiente e dell’ecologia, da tempo sosteneva che gli stadi fossero un luogo nel quale non fosse possibile applicare regole sane sotto l’aspetto della pulizia e del riciclaggio.

E così, mentre il Brasile stava investendo molti miliardi nella realizzazione degli impianti per il mondiale di calcio e delle olimpiadi di Rio, a Malucelli venne un’idea completamente diversa: insediare uno stadio che avesse il minor impatto possibile in termine di cemento e strutture rigide. Scelta l’area, proprio di fronte allo splendido Parco Barigui all’interno di un anfiteatro naturale, Malucelli chiese ad alcuni architetti dei disegni originali e idee innovative che evitassero la realizzazione delle tradizionali gradinate.

Uno stadio completamente senza cemento

L’idea che vinse fu quella con le poltrone incassate nell’erba e posizionate ad equidistanza lungo una collina senza lo spargimento di un solo grammo di cemento. Il primo timore era che la collina non potesse reggere il via vai dei tifosi (inizialmente i sedili erano oltre quattromila) ma i primi test sono stati assolutamente positivi. L’idea delle sedie della tribuna in realtà è stata solo la prima di un impianto che passo dopo passo è diventato assolutamente rivoluzionario. Se gli stand sono scavati nel terreno tutto il legno con qui sono stati costruiti gli uffici, la biglietteria e gran parte degli spogliatoi è stato riciclato con materiale proveniente dalla deforestazione: l’acqua stessa con qui l’erba dell’impianto viene irrigata è riciclata e le parti in metallo provengono dalle traversine e dai binari della vecchia rete ferrotranviaria della città che è stata completamente sostituita. Uno stadio completamente nuovo nato da cose vecchie… il Malucelli oggi è chiamato l’Ecostadio e non è solo un motivo di curiosità ma anche di studio.

L’Ecostadio supera l’esame dei grandi club e del pubblico

La cosa incredibile è che lo stadio non è certo la prima attrattiva della zona: il Parque Barigui ogni settimana accoglie non meno di 50mila abitanti della zona che certo non immaginano che in quella zona c’è niente meno che uno stadio che a quanto pare non mete a rischio un’area di quasi due milioni di metri quadrati di verde nella regione. L’Ecostadio non ospita solo squadra dilettantistiche… anzi…qui ha giocato molto a lungo anche il Galo, l’Atletico Paranaense, una delle principali squadre del paese. Quando l’Arena da Baixada fu sottoposta a lavori di ristrutturazione i bianconeri portarono i loro tifosi all’Ecostadio: oltre diecimila persone.

E il Malucelli si adeguò con tribune leggere e tutta una serie di richieste ai tifosi invitati a diversificare la spazzatura e utilizzare le campane per la raccolta differenziata. Inizialmente niente luci artificiali: uno spreco. Quanto l’Aletico lo chiese di nuovo per alcune partite del massimo campionato la proprietà rispose “no grazie”: l’offerta economia era norme ma il rischio di comprometterlo era troppo. Lo stadio è rimasto così com’era nato anche se con i soldi guadagnati dall’affitto della struttura è stato allestito un impianto solare per le luci e per ampliare ancora l’area delle tribune a impatto zero.