È un mito piuttosto recente, ma già difficile da smontare e un comitato civico sta lottando per smantellare l'idea che l'energia eolica sia da annoverare tra le fonti rinnovabili a bassissimo impatto ambientale.
Il casus belli viene da un progetto per la realizzazione di un parco eolico nel Mugello, in Toscana, tra i comuni di Vicchio e Dicomano. Le posizioni sono contrastanti e il dibattito nella zona è apertissimo.
Energia eolica, Vicchio e Dicomano pronti a ospitare il parco eolico
Le amministrazioni comunali hanno già presentato il piano per la realizzazione del nuovo impianto, che i comitati civici definiscono “un'industria”. L'azione di contrasto parte da un assunto, ovvero che quella sull'eolico è stata una grande campagna di propaganda, basata sul principio che il vento non inquina, spira sempre naturalmente e dunque è la fonte energetica pulita, rinnovabile e inesauribile per eccellenza.
Osservano i contrari che questo è soltanto quel che appare, mentre a monte della produzione di energia eolica c'è un lavoro enorme di costruzione di torri gigantesche su piazzole che possono essere estese quanto uno o due campi di calcio, che prevedono sbancamenti di intere aree della montagna e che necessitano di strade di collegamento per trasportare le torri, i materiali larghe almeno quattro metri, soprattutto nelle curve, lì dove in montagna esistono sentieri, strade ridotte che non infrangano l'habitat naturale.
I parchi eolici sono rumorosi al punto da distruggere la fauna volatile, da alterare l'equilibrio della flora. E tutti questi cambiamenti del paesaggio, del territorio sono assolutamente irreversibili.
Le strade di collegamento che serviranno per condurre i lavori, pi saranno utilizzate per la manutenzione degli impianti. Crescerà a dismisura il traffico veicolare che essendo costituito in gran parte da mezzi di lavoro, sarà tutt'altro che privo di emissioni di CO2, in una zona dove i livelli di polveri sottili nell'aria non sono mai stati preoccupanti.
Energia eolica nel Mugello, le preoccupazioni dei comitati
I comitati civici denunciano quindi una imminente devastazione senza ritorno per le popolazioni, se non per l'impresa che si è aggiudicata la costruzione e la gestione del parco. Quella che tutti chiamano “industria eolica”, con una chiara accezione negativa per un impianto di alta montagna, dovrebbe sorgere sul crinale principale dell'Appennino, a circa 1050 metri sul livello del mare, vicina al Monte Peschiena.
Il progetto complessivo prevede la realizzazione di alcune strade di supporto, in particolare una bretella lungo la direttrice Barberino, Vicchio, Dicomano fino a San Bavello. Sarà realizzata una strada anche sulla dorsale di Monte Gattaia – Monte Acchieri che raggiungerà Giogo di Corella.
Si tratta di assi viari che potrebbero avere pendenze anche fino al 28%, con curve larghe fino a 4 metri e dovranno sopportare una sessantina di trasporti eccezionali con convogli lunghi anche 30 metri. Arrivando poi al parco eolico vero e proprio, questo conterà 8 torri alte 140 metri, su una linea di 4 chilometri. E i comitati civici che si oppongono alla realizzazione della “fabbrica” sostengono che il progetto non si fermerà, ma andrà avanti dopo quella che definiscono una prima fase.
Di certo il Mugello sarà assediato dal via vai di mezzi addetti alla manutenzione e alla sorveglianza degli impianti eolici. A sostegno di questa tesi c'è anche il Piano Energetico del quale si è dotata la Provincia di Firenze, poi divenuta Città Metropolitana. Un piano mai abbandonato che ha una previsione di carico potenziale per centinaia di torri dedicate all'eolico, che potranno essere realizzate nell'area compresa tra Barberino e Pelago.
La stessa azienda ha avanzato l'ipotesi di raddoppiare negli anni gli impianti. Di qui le polemiche e il braccio di ferro con i comitati civici, che le amministrazioni di Vicchio e Dicomano contano di superare coinvolgendo la popolazione. Sono state già programmate visite nei parchi eolici in provincia di Verona, dove ha sede l'azienda che dovrà realizzare il parco del Mugello.