L’emergenza climatica che ha invaso tutto il mondo durante il 2019 ha portato - finalmente - all’attenzione dei paesi membri dell’Unione Europa e degli Stati Uniti un problema che covava da anni, mostrandosi in tutta la sua gravità.
Da quando Greta Thunberg ha cominciato a portare avanti le sue proteste è stato fatto qualche passo in avanti, il più importante di questi è il Green New Deal, un insieme di provvedimenti proposti dalla Comunità Europea per tentare di far fronte all’emergenza climatica.
Green New Deal: significato
Per comprendere il significato del Green New Deal bisogna partire dal nome stesso. Il termine è infatti un omaggio implicito al New Deal, ossia una serie di riforme economiche e sociali che furono messe in campo dal presidente degli Stati Uniti Franklin Roosevelt all’indomani della Grande Depressione.
Questo pacchetto di provvedimenti mirava, tra l’altro, ad accompagnare il Paese verso un ammodernamento delle industrie e una prospettiva maggiormente rinnovabile, ispirandosi al principio dell’efficienza energetica: erano gli anni ‘30 e non esistevano ancora gli strumenti per misurare né tanto meno prevedere l’emergenza ambientale in cui ci si trovava.
Il Green News Deal è il frutto di anni di trattative e di tentativi di politiche riformatrici che negli Stati Uniti sono stati portati avanti dai ben tre presidenti degli Stati Uniti.
La sua risoluzione è finalmente arrivata nel febbraio 2019 quando il senatore Edward Markey e il rappresentante Alexandria Ocasio-Cortez hanno pubblicato una risoluzione di ben 14 pagine in cui si legge a chiare lettere come gli Stati Uniti debbano muoversi a grandi passi verso una sostenibilità 100% ambientale.
La notizia ha fatto grande scalpore ed è stata ripresa da tutti i giornali mondiali, soprattutto per le implicazioni sociali che continua ad avere. L’eco del Green News Deal americano ha portato l’unione europea a fare altrettanto, promuovendo in prima persona il concetto di economia verde.
Ma in concreto, che cos’è il new green deal? Si tratta di un insieme di provvedimenti che mirano a promuovere l’uso efficiente delle risorse naturali affinché queste sostengano un’economia circolare pulita, tutelante della biodiversità e che riduca l’inquinamento atmosferico.
Per farlo sono stati stabiliti degli investimenti che i Paesi si impegnano a sostenere per raggiungere l’obiettivo delle zero emissioni.
Europa: investimenti nel Green New Deal
Il Green New Deal è il piano ambientale promosso dall’Unione Europea e fortemente voluto dal presidente della Commissione Europea Ursula Von Der Leyer.
Il documento è articolato in 16 punti di cui il Parlamento stesso è chiamato ad impegnarsi concretamente, accanto ai Paesi dell’Unione per intervenire nei confronti di situazioni molto urgenti.
Tra questi, si legge “interventi ambiziosi per far fronte al cambiamento climatico e alle sfide ambientali, allo scopo di limitare il riscaldamento globale a 1,5º C ed evitare una perdita massiccia di biodiversità”. L’obiettivo è raggiungere l’obiettivo comune delle zero emissioni entro il 2050.
Gli investimenti del Green News Deal previsti sono pari a 260 milioni di euro all’anno che hanno come scopo ambizioso quello della decarbonizzazione e di portare l’Europa ad avere un’economia sostenibile e priva di fonti non rinnovabili. Questo significa che l’UE crede di poter devolvere circa un quarto del proprio bilancio annuo alla lotta al cambiamento climatico.
A questo proposito Valdis Dombrovskis - vicepresidente della commissione europea - ha affermato “Con Invest Europe mobiliteremo circa 279 miliardi di euro di fondi pubblici e privati per investimenti favorevoli al clima e all'ambiente. Il cofinanziamento nazionale per progetti verdi conta 140 miliardi di euro. Il meccanismo (Just Transition Mechanism) per la transizione dovrebbe mobilitare 100 miliardi".
Per raggiungere gli obiettivi auspicati tutti i Paesi membri bisognerà accompagnare quelli che storicamente hanno basato la propria economia sulle fonti d’energia rinnovabile: per citarne solo una, la Polonia dovrà affrontare un processo di conversione dell’industria che abbandoni la decarbonizzazione a favore dell’energia rinnovabile.
Da questo punto di vista l’Europa ha promesso di sostenere in maniera concreta i Paesi che saranno più colpiti da questo processo, offrendo loro incentivi e agevolazioni particolari.
Una prima bozza degli aiuti da erogare ai singoli Paesi verrà rivista entro il 2021 per garantire a tutti gli stati membri di poter godere di un supporto conforme a quanto di cui necessitano.
Green New Deal Italia
La situazione in Italia è analoga a quella di tanti altri Paesi del resto dell’Unione Europea e, di conseguenza, riceverà cospicui aiuti economici per poter rimanere al passo con l'agenda di appuntamenti richiesti dalla Comunità Europea.
Si parla di centinaia di milioni, una cifra particolarmente interessante non solo se vista al confronto con gli altri Stati membri, ma anche per le potenzialità che il nostro Paese può avere in termini di energia rinnovabile e sostenibile.
Da questo punto di vista il procedimento di riqualifica industriale potrà coinvolgere da vicino l’Ilva (in corso la trattativi per il Just Transition Fund) e la Puglia, zone che richiedono un intervento tempestivo e risolutivo in termini rapidi nella direzione di una conversione dell’intero stabilimento: qualora dovessimo mancare questo appuntamento con l’innovazione non solo avremo mancato un’occasione, ma potrebbero esserci importanti ripercussioni dal punto di vista sociale e sindacale.
Provando a fare una stima dell’effort che sarà richiesto al nostro Paese, per raggiungere l’obiettivo di ridurre le emissioni dannose di Co2 di circa il 40% rispetto a quelle presenti nel 1990 entro il 2030 è necessario un esborso - da parte delle tasche dei cittadini e dei fondi europei - di circa 260 milioni di euro all’anno.
Collateralmente dovranno essere presentati dei piani di risanamento energetico del Paese che dovranno essere approvati dalla commissione europea, previo la somministrazione dei fondi stanziati.
Tra gli obiettivi concreti è opportuno ricordare:
- Grid Parity: i piani di sviluppo della capacità della rete pubblica saranno fondamentali nel processo di incremento della produzione energetica da fonte rinnovabile rispetto alla totalità nazionale.
- Autoconsumo: si tratta di uno degli obiettivi più ambiziosi nel nostro paese e anche più complesso da raggiungere a causa del vuoto legislativo che si è creato intorno a questo tema. Infatti, sebbene esistano già degli studi e delle pionieristiche normative regionali - quella piemontese è quella più avanzata - sulla regolamentazione delle comunità energetiche all’interno dei condomini, tuttavia non si è ancora giunti ad una regolamentazione univoca nazionale.
- Revamping e repowering: si tratta di due tipologie di interventi che riguardano da vicino gli impianti eolici e fotovoltaici già presenti in maniera cospicua nel nostro paese. Questo processo potrebbe portare ad una semplificazione interessante delle procedure di installazione (snellimento della burocrazia) e dal punto di vista paesaggistico: dall’unione di queste due componenti dovrebbero aiutare gli imprenditori, le aziende e i privati nell’installazione o nel rinnovamento delle fonti d’energia.
Il New Green Deal per l’Italia significherà, auspicabilmente, la presenza crescente di fonti d’energia rinnovabile capaci di accompagnare e sostenere il Paese verso una maggiore sostenibilità ambientale, nonché il rispetto delle scadenze proposte della comunità europea.