Si chiama Heliogen ed è la nuova grande scommessa imprenditoriale di Bill Gates che, dopo aver conquistato il titolo di uomo più ricco del mondo grazie a computer e software – attualmente è al secondo posto per poco più di un miliardo di dollari alle spalle del signor Amazon, Jeff Bezos – punta con decisione sul mercato dell’energia.
Heliogen, energia pulita e a basso costo dal sole
Gates ne aveva parlato per la prima volta quindici anni fa: la Microsoft stava incassando il successo straordinario del suo sistema operativo XP e il magnate si guardava intorno alla ricerca di nuovi progetti sui quali puntare. Molti consulenti avrebbero voluto coinvolgerlo nel settore delle compagnie aeree ma Gates si tirò indietro: il ricordo dell’11 settembre era ancora molto fresco e, soprattutto… “voglio investire in qualcosa che crea energia e non che la brucia” diceva il magnate. Insomma, il pallino di Bill Gates, considerando che molti lo attaccavano perché l’uso sempre più massiccio dei PC era una delle cause di un sempre maggiore fabbisogno energetico, era quello di restituire quello che le sue macchine utilizzavano.
Fu allora si avvinò all’idea di produrre energia sostenibile a basso posto, energia pulita e potenzialmente inesauribile. Il primo a parlargli di energia solare di nuova generazione era stato un suo compagno di università di Harvard che lo portò in un centro sperimentale situato in Arizona dove i classici pannelli solari fotovoltaici erano stati sostituiti da specchi, capaci di trasformare la luce del sole in calore e in energia.
Gli specchi concentrano la luce del sole
Che quella visita fu significativa lo si capì solo anni dopo perché Bill Gates, di fronte alla concreta possibilità di investire in una nuova start up, non ebbe dubbi nel finanziare Heliogen. Il nome di Gates, per la verità non è mai stato fatto pubblicamente ma all’interno della società ci sono venture capitalist riconducibili a lui e almeno due finanziarie che fanno parte del mare magnum di Microsoft. Tra i finanziatori anche Bill Gross, amico di Gates da anni, per tre decenni spregiudicato finanziere di valore miliardario ma anche fiero sostenitore della necessità di dare più energia a basso costo a chiunque la voglia, e che ora è l’amministratore delegato di Heliogen, e l’editore del Los Angeles Times Patrick Soon-Shiong.
Spiegare come funzionano i pannelli di Heliogen non è facilissimo ma cercando di semplificare gli specchi, montati su pannelli motorizzati, concentrano e riflettono la luce del sole su un punto di raccolta che arriva ad accumulare calore superiore ai mille gradi. Come questa risorsa possa essere raccolta, indirizzata e sfruttata è ancora in fase di studio. I pannelli sarebbero regolamentati da logaritmi e computer di nuova generazione per garantire sempre il massimo flusso di energia in una pratica di riorientamento continuo. Gli ultimi comunicati di Heliogen dicono che nel camp californiano dell’azienda si sono raggiunti i 600° stabili con punte superiori ai 1000° e la concreta possibilità di arrivare anche ai 1500°.
Per avere energia manca ancora qualcosa
Che cosa possa diventare Heliogen non è ancora chiaro e forse non lo sanno nemmeno Gates, Gross e Soon-Shiong che tuttavia hanno ben chiaro di trovarsi davanti a un’applicazione di ampia portata: il calore sviluppato può essere utilizzato per esempio nell’ambito dell’industria siderurgica per la fusione e la lavorazione del metallo. Tuttavia è evidente che il processo di creazione di questa forma di energia è “puro” perché non genera nemmeno un grammo di anidride carbonica, che è esattamente il problema di fronte al quale si trovano le industrie di oggi, di qualsiasi tipo.
Energia solare di seconda generazione? Si è scritto molto su questa fase degli esperimenti di Heliogen e sulla loro potenziale applicazione: tuttavia mancano ancora dati e forse almeno un paio di brevetti decisivi per trasformare quel punto massimo di calore in energia trasferibile. Della leggenda di Armichede che usò gli specchi ustiori per bruciare le navi romane durante l’assedio di Siracusa è scritto da diverse fonti autorevoli, anche se non dell’epoca stessa: era il 213 a.C. Gross è l’unico che ha parlato degli ultimi risultati di Heliogen e delle sue applicazioni: “L'unico modo per competere è essere estremamente intelligenti nel modo in cui si usano i materiali; l’idea c’è e a quanto pare abbiamo anche le tecnologie e il software. Quindi sì, penso che saremo siamo in grado di farlo”.