Il Fondo europeo per gli investimenti strategici (FEIS), fulcro del piano di investimenti per l’Europa, può sostenere investimenti in infrastrutture energetiche, efficienza energetica ed energie rinnovabili. La transizione energetica verso un’economia a basse emissioni di carbonio e l’aumento dell’efficienza energetica sono aspetti essenziali della strategia per un’Unione dell'energia.
La transizione energetica richiede la mobilitazione di ingenti investimenti in Europa, nel settore della produzione di energia elettrica, per l'efficientamento energetico degli edifici e per l'innovazione dell'industria (il 21% circa per le reti elettriche, quasi il 27% per la produzione di energia elettrica e circa il 51% per l'efficienza energetica).
L’Unione Europea ha in questi giorni stilato una “classifica” delle cosiddette aree di transizione, le regioni europee che potranno accedere, con assoluta priorità, al Fondo di transizione equa (Just Transition Fund).
Transizione energetica: cosa prevede il Just Transition Fund
Il Just Transition Fund è un fondo per il clima da 7,5 miliardi di euro, destinato alle spese per la decarbonizzazione dell’industria pesante e dei combustibili fossili.
All’interno del documento si sottolinea che “l’eliminazione graduale del carbone porterà a crescenti sfide causate dalla disoccupazione nelle aree geografiche interessate. Al fine di affrontare queste sfide di transizione, sono state identificate le esigenze di investimento per utilizzare il potenziale di crescita delle aziende esistenti nelle aree”. A questo proposito, la Commissione fornisce dei suggerimenti di spesa che includono, tra le altre cose, la definizione di priorità per le piccole e medie imprese (PMI), gli investimenti in fonti energetiche pulite e la riqualificazione dei lavoratori.
Gli Stati membri per poterne beneficiare dovranno individuare i territori ammissibili mediante appositi piani territoriali per una transizione giusta, in accordo con la Commissione. Inoltre, dovranno impegnarsi a integrare ogni euro versato dal Fondo con contributi dal Fondo europeo di sviluppo regionale e dal Fondo sociale europeo Plus, nonché con risorse nazionali supplementari.
Ciò dovrebbe tradursi in finanziamenti totali dell'ordine di 30-50 miliardi di euro, che mobiliteranno a loro volta ulteriori investimenti.
Il Fondo per una transizione energetica giusta concederà principalmente sovvenzioni alle regioni per sostenere i lavoratori, aiutandoli ad esempio ad acquisire abilità e competenze spendibili sul mercato del lavoro del futuro, le PMI, le start-up e gli incubatori impegnati a creare nuove opportunità economiche in queste regioni. Sosterrà anche gli investimenti a favore della transizione all'energia pulita, tra cui quelli nell'efficienza energetica.
Quali sono i paesi che possono accedere al Fondo?
Secondo le indicazioni dell’esecutivo europeo, tutti i 27 Stati membri avranno accesso al Just Transition Fund nell’ambito del prossimo budget a lungo termine. Ma sono solo 100 i territori dell’Unione che soddisfano i criteri di accesso al fondo, basati sulla diffusione di posti di lavoro ad alta intensità di emissioni di carbonio, sull’attività industriale dipendente dall’uso di combustibili fossili e sul PIL pro capite.
A fronte di ciò, i singoli governi nazionali dovranno elaborare dei Piani di giusta transizione per accedere al fondo seguendo le raccomandazioni che l’esecutivo europeo ha stilato per la valutazione economica.
Sulla base dell'analisi della Commissione nel quadro del semestre europeo gli Stati membri prepareranno uno o più piani territoriali, delineando il processo di transizione fino al 2030. I piani territoriali per una transizione giusta individueranno i territori più esposti alle ripercussioni della transizione, che dovrebbero beneficiare di sostegno.
Per ciascuno di questi territori i piani delineeranno le sfide sociali, economiche e ambientali e forniranno, se del caso, dettagli in merito alle esigenze e alle misure di diversificazione economica, riconversione professionale e riqualificazione ambientale.
Ad esempio tra gli Stati membri, la Germania è la prima in termini di numero assoluto di regioni che possono essere classificate come “aree di transizione”, con 18 territori per lo più raggruppati nella parte orientale dello stato. Al paese è stato assegnato un potenziale di finanziamento per un valore totale di 877 milioni di euro.