L’installazione di un impianto fotovoltaico porta con sé numerosi benefici: consente di produrre energia in autonomia, di sfruttare fonti pulite nel pieno rispetto dell’ambiente e di ridurre l’inquinamento atmosferico, oltre che i costi della bolletta.
Nonostante si tratti di impianti progettati per durare circa venticinque anni, la periodica manutenzione del fotovoltaico, svolta da professionisti del settore, è fondamentale per evitare una riduzione generale del rendimento in termini economici e di performance. Altrettanto importante è la manutenzione dei singoli moduli o pannelli fotovoltaici, essenziali per catturare la luce prodotta dal sole e trasformarla poi in energia.
Ogni quanto si deve fare la manutenzione dei pannelli solari?
Partiamo col dire che esistono due tipologie diverse di manutenzione: quella ordinaria e quella straordinaria.
La manutenzione ordinaria racchiude tutte quelle attività di controllo delle componenti interne, di pulizia delle apparecchiature e di verifica dell’efficienza produttiva. Più nello specifico, vengono effettuati dei controlli sui serraggi e sugli ancoraggi delle giunzioni, sull’integrità dei cavi e del vetro dei pannelli e sull’effettivo funzionamento degli interruttori di protezione. La pulizia annuale dell’intero impianto è fondamentale per assicurare una buona produzione di energia: la presenza di fogliame e sporcizia, infatti, provocano una netta riduzione dell'efficienza dell’impianto e del risparmio economico sul lungo periodo.
La manutenzione straordinaria dell’impianto fotovoltaico riguarda interventi di sostituzione delle sue componenti principali. In particolare, l’inverter è la parte più soggetta a questo tipo di manutenzione: si tratta della componente elettrica dell’intero impianto, in grado di trasformare la corrente continua prodotta dai pannelli in corrente alternata che viene poi immessa e impiegata nelle reti elettriche domestiche. Tuttavia, anche interventi più semplici di modifica o rinnovo dell’impianto sono considerati di manutenzione straordinaria.
È comunque bene che la manutenzione dei pannelli venga eseguita almeno una volta all’anno da parte di ditte specializzate che, mediante macchinari specifici con spazzole rotanti e piattaforme aeree, sono in grado di eliminare eventuali incrostazioni, sporcizia e fogliame presenti anche nei punti più elevati e difficili da raggiungere. In generale, il momento ideale per procedere con interventi di manutenzione è a fine inverno, in modo da assicurare che gli agenti atmosferici non danneggino l’impianto e le sue parti.
Negli ultimi anni, il fotovoltaico in Italia ha registrato una forte crescita. A differenza di quanto si potrebbe pensare, questo aumento ha riguardato non solo i proprietari di abitazioni indipendenti ma anche di condomini, soprattutto in seguito alla Riforma del Condominio del novembre scorso, che ha reso possibile l’installazione di fotovoltaici anche all’interno di questi edifici.
È opportuno evidenziare come tali impianti possono essere di due diverse tipologie: centralizzati o privati, a seconda che il fotovoltaico sia a uso proprio o condiviso all’interno del condominio.
Nel primo caso, affinché si possa procedere con l’installazione è necessario che almeno la metà dei condomini sia a favore dell’impianto. Se si opta per un impianto privato, invece, non sarà necessaria l’approvazione dell’assemblea condominiale.
La manutenzione ordinaria o straordinaria dei pannelli solari dei condomini proprietari di un impianto fotovoltaico è a carico di tutti i condomini che ne sfruttano i benefici, e che hanno votato a favore della sua installazione, o al singolo individuo. Coloro che si sono dichiarati contrari, invece, non dovranno pagare per l'installazione e la manutenzione periodica, ma non potranno neppure godere dei risultati che questo sistema garantisce.
Costo di manutenzione di un impianto fotovoltaico
Il mantenimento di un sistema fotovoltaico ha costi ridotti che variano da 0,02 a 0,1 euro/kWh a seconda del tipo di impianto, delle sue dimensioni e delle condizioni dei pannelli. In generale, il costo di manutenzione di un impianto energetico solare da parte di una ditta specializzata si aggira attorno ai 100/150 euro, ma può arrivare anche ai 300 euro. I costi aumentano nel caso in cui gli impianti si trovino in zone remote, siano ibridi o risultino particolarmente danneggiati da eventi atmosferici o atti vandalici.
Seppur i pannelli fotovoltaici di un nuovo impianto energetico solare abbiano un ciclo di vita che generalmente si attesta intorno ai 25/30 anni, alcuni costituenti sono più fragili e devono essere soggetti a controlli più assidui. L’inverter, il cuore pulsante degli impianti, ad esempio, deve essere sostituito ogni 10-12 anni, mentre le batterie hanno una durata variabile. Quelle al piombo, infatti, durano massimo 5 anni, mentre quelle agli ioni di litio, decisamente più costose, sono anche più efficienti e possono essere impiegate fino a 10 anni.
Nonostante i frequenti controlli e l’importo, è sempre importante intendere qualunque intervento di questo tipo come un investimento annuale di prevenzione che garantisce, nel lungo termine, un risparmio maggiore e una migliore performance. Il rendimento di un impianto, infatti, dipende da fattori sia esterni, come quelli ambientali e di posizionamento, sia interni, legati alle caratteristiche intrinseche e alle prestazioni che sono in grado di realizzare. Curare al meglio queste dimensioni consente di registrare un ritorno di energia captata sufficiente a rendere la propria abitazione indipendente da fonti energetiche a pagamento.
Spesso molti privati proprietari di sistemi fotovoltaici optano per un rischioso e controproducente fai da te per la manutenzione ordinaria, concependola come una semplice pulizia periodica dei pannelli e di poche altre componenti. In realtà si tratta di interventi pericolosi e che spesso devono essere accompagnati da altri interventi di bilanciamento, riduzione e modifica per assicurare un buon funzionamento dell’intero impianto, tutte operazioni che necessitano di personale qualificato ed esperto nel rispetto delle norme di sicurezza.
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Aliquota IVA per la manutenzione di un impianto fotovoltaico
In molti si chiedono se l’IVA agevolata al 10% può essere applicata anche sui lavori di manutenzione. La risposta è che questo dipende dal tipo di intervento: per la manutenzione che riguarda la sostituzione di alcuni componenti di un impianto fotovoltaico l’IVA è al 10%, mentre nel caso di quella ordinaria viene applicata l’IVA standard al 22%.
Per le aziende c’è la possibilità di attuare il reverse charge per quelle attività di installazione e manutenzione di un impianto fotovoltaico. Il reverse charge, o regime di inversione contabile, è infatti un metodo particolare di applicazione dell’IVA che ne prevede l’esonero immediato delle imposte, le quali diventano quindi onere del destinatario del bene o servizio, vale a dire del cliente.
Quest’ultimo, di conseguenza, deve emettere un’autofattura e registrarla sia nel registro IVA delle fatture emesse sia in quello degli acquisti. La caratteristica fondamentale del reverse charge, quindi, è il pagamento del carico tributario dell’IVA a carico dell’acquirente anziché del venditore.
Questa agevolazione può essere applicata in caso di installazione, fornitura e manutenzione di pannelli fotovoltaici nell’eventualità in cui si tratti di impianti funzionali all’impresa. Affinché possano essere definiti tali, devono essere:
- impianti integrati (o semi-integrati), ovvero posizionati sul tetto degli edifici o realizzati in aree di proprietà o uso dell’impresa;
- impianti fotovoltaici a terra, presenti quindi all’esterno di edifici quali parte integrante dell’area aziendale.
Inoltre, possono usufruire del reverse charge anche quei soggetti diversi dall’impresa fornitrice o installatrice, e non solo per scopi di manutenzione. Questa agevolazione si applica, infatti, anche in caso di cessioni di beni e di prestazioni di servizi a soggetti passivi presenti sul territorio nazionale, come enti pubblici e privati, associazioni e consorzi. Anche per gli acquisti di gas naturale e di energia elettrica attraverso reti di distribuzione si può optare per il reverse charge.