Novità sul fronte della moda: sono italiani i primi manichini biodegradabili ed ecologici. L'idea è stata realizzata dalla B Plast. Il prototipo è costituito da 72%di materia naturale: canna da zucchero e verniciato con vernice naturale composta da sostanze rinnovabili.
Manichini biodegrdabili: tutto quello che c'è da sapere
A realizzarli è l'azienda emiliana Bonaveri che per l'innovativo progetto “BNatural” ha ricevuto il premio Sviluppo Sostenibile 2019 a Ecomondo nella categoria Economia Circolare.Il premio ha dato la possibilità di sviluppare dei prodotti innovativi ed ecologici, segnando una svolta anche nel settore della moda. Grazie alla nuova tipologia di manichini biodegradabili possono essere ridotta del 25,72% l’impatto ambientale, promuovendo al tempo stesso un’economia circolare ed ecosostenibile. Un passo in avanti importante, che avrà degli sviluppi futuri.
BNatural è non solo un prodotto certificato (Bplast e Bpaint sono garantiti Ok-Biobased dall’ente Tuv Austria) ma anche corredato di un’analisi Cradle to Cradle (“dalla culla alla culla”) che dimostra l'efficienza e la circolarità. Già nel 2016 la Bonaveri ha avviato una collaborazione con l’Università di Bologna per definire un packaging più eco-friendly. A seguito di un'analisi Lca, cioè di tutto il ciclo produttivo, gli imballaggi risultavano essere i mezzi di maggiore difficoltà di smaltimento. Per questo sono stati messi appunto dei packaging hanno permesso una riduzione del 40 % delle emissioni di CO2, del 37% del consumo di energia e del 56% di quello di acqua e il progetto è stato premiato nel 2017 dal Conai con il “Premio speciale per il caso più meritevole dal punto di vista tecnico-progettuale”.
Manichini biodegradabili: le parole del CEO
Andrea Bonaveri - azienda produttrice di manichini di alta gamma - ha scelto il Green Carpet Challenge 2016 di Londra - iniziativa creata da Livia Firth sulla moda sostenibile - per presentare il primo manichino biodegradabile, durante una serata in partnership con BAFTA. Il manichino ha alle spalle quattro anni di ricerche che ha messo a punto un prodotto formato dal 72% di materiale riciclabile e naturale. Inoltre, termine della propria vita biodegradabile, rilasciando CO2 e acqua.
A tal proposito Andrea Bonaveri, CEO della società ha dichiarato che «È stato un percorso difficile e pieno di sorprese ma grazie a impegno e competenza siamo oggi in grado di offrire ai nostri clienti un prodotto egualmente sostenibile quanto esteticamente ineccepibile. Perché le mode passano, ma la natura resta». Il primo manichino è visibile alla Bonaveri, in via Morimondo 23 a Milano. L'azienda é nata a Renazzo di Cento (FE) nel 1950, oggi produce circa 20mila manichini l’anno ed ha una rete distributiva con uffici di rappresentanza in tutto il mondo.
Un prodotto innovativo ed eco-friendly che dovrà essere d'esempio a tutte le altre aziende del settore tessile. Già molte case di moda hanno scelto i manichini biodegradabili firmati Bonaveri. Prima Stella McCartney, che ha scelto di allestire i suoi 700 metri quadrati ponendo la massima attenzione nell’utilizzo di materiali organici e sostenibili, come una cartapesta realizzata a mano riciclando gli scarti della carta utilizzata negli uffici del brand e trasformata in pannelli decorativi, e con mobili interamente realizzati con prodotti ecofriendly. Una svolta anche nel settore della moda che va dai vestiti alla realizzazione di prodotti. Una svolta che riduce l'impatto ambientale e segnala un cambiamento di rotta nel settore.
Un segnale importante anche per quanto concerne il taglio dei costi che nel settore della moda aveva raggiunto livelli molto alti. Per questo, tra soluzioni ecofriendly e taglio dei costi, si sta tentando di dare una svolta ad un settore veramente caro. Inoltre, la produzione di materia plastico, tessile ed altro che deriva dall'attività di moda segnala la necessità di trovare dei metodi alternativi a quelli classici, per tagliare l'eccessiva produzione del settore. Il manichino 2.0 totalmente ecocompatibile può essere un trampolino di lancio nel settore e svoltare per sempre l'industria della moda. Speriamo che questo sia solo il primo di tanti progetti ecocompatibili con il nostro pianeta.