Secondo una dichiarazione congiunta di OMS e Unicef, “L’allattamento al seno costituisce il miglior metodo alimentare per garantire una sana crescita e un sano sviluppo dei neonati ed esercita un’influenza biologica ed emotiva unica sulla salute sia delle madri che dei bambini”.
Infatti, le proprietà del latte materno contribuiscono a ridurre l’insorgenza di malattie e allergie nei neonati, e hanno un impatto positivo anche sulla salute della madre.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, sempre più nella nostra società l’allattamento al seno è stato accantonato per essere sostituito da forme di allattamento artificiale: questo è dovuto a cause economiche, sociali e culturali, nonché all’introduzione di tecnologie che permettono di fare a meno del latte naturale della donna.
Come se non bastasse, recenti studi rivelano che il latte artificiale, utilizzato in alternativa a quello materno, inquina l’ambiente creando un danno ambientale di grandi dimensioni.
Anche per questo l’Organizzazione Mondiale della Sanità chiede ai Governi che vengano attuate misure per incentivare l’allattamento al seno, con formazione e accompagnamento delle madri prima e dopo il parto.
I servizi sanitari devono infatti sempre più sostenere le donne nell’adozione di questa pratica per i motivi sopra citati e perché l’allattamento al seno favorisce la creazione di un legame indissolubile tra madre e neonato, importante nel corretto sviluppo del bambino.
Il latte artificiale inquina: ma perché?
Come anticipato, uno studio realizzato in Inghilterra dall’Imperial College London e pubblicato sulla rivista British Medical Journal, ha evidenziato che i procedimenti per realizzare latte artificiale, le materie usate e le modalità di preparazione dello stesso, contribuiscono all’inquinamento ambientale.
Infatti, se era già noto dalla fine degli anni Novanta che la produzione industriale di latte artificiale causasse inquinamento, l’articolo pubblicato mette in luce l’effettivo impatto ambientale del latte artificiale: lo studio prende in considerazione l’intera catena produttiva e il danno causato dagli allevamenti fino all’essiccazione necessaria per conservare e trasportare il latte artificiale.
Ne risulta che le emissioni di anidride carbonica (CO2) che deriva dalla produzione, stoccaggio e somministrazione del latte variano da 95 a 153 chilogrammi per ogni neonato.
Il consumo stesso di acqua necessaria per la realizzazione del latte artificiale è risultato essere enorme: parliamo di 4700 litri per chilogrammo di polvere di latte vaccino.
Se contiamo, poi, le emissioni di gas serra, la questione diventa ancora più rilevante: infatti, il metano derivante dagli allevamenti causa un inquinamento maggiore di quello che si pensasse, così come è enorme lo spreco di energie utilizzate nel processo di essiccazione del latte.
Infine, come evidenziato dallo studio, anche dal punto di vista energetico il latte artificiale è risultato essere dannoso per l’ambiente: infatti, per preparare in casa il latte artificiale per i neonati occorre scaldare l’acqua ad una temperatura di almeno 70 gradi Centigradi, e questo corrisponde al consumo energetico impiegato per caricare 200 smartphone ogni anno.
Latte materno: promosso dall’OMS
L’Imperial College London evidenzia, inoltre, come il “latte di proseguimento” somministrato ai bambini in modo superfluo contribuisca all’emissione di oltre metà dei gas serra causato dal latte artificiale.
A decretare l’inutilità del latte cosiddetto di crescita, è la stessa Organizzazione mondiale della sanità: infatti, l’OMS dichiara che il latte di proseguimento non è necessario allo sviluppo del bambino dopo i primi sei mesi di vita, ed è inoltre inadatto a sostituire il latte materno poiché causa un’eccessiva assunzione di proteine, mentre non garantisce la sufficiente assunzione di acidi grassi e vitamine B.
Il latte materno, invece, è un alimento completo e bilanciato per la crescita del neonato, e si adatta alle sue esigenze in ogni circostanza.
È quindi chiaro come la pratica di sostituire il latte materno con quello artificiale sia, nei casi in cui questo non si riveli indispensabile, inutile e dannoso.
Oltre all’inquinamento prodotto dai fattori già evidenziati, dobbiamo poi tenere conto del confezionamento e del trasporto del latte in formula dopo che è stato trasformato da latte liquido a polvere di preparazione, che causa un danno ambientale rilevante.