Sono passati meno di tre anni, era il gennaio 2017, da quando sua maestà re Mohammed VI del Marocco inaugurò il Green Energy Park, uno degli impianti di produzione di energia elettrica a impatto ridotto più innovativi, importanti e grandi del mondo. Il primo vero tentativo da parte di un paese africano di beneficiare di quanto produceva senza svendere le proprie ricchezze alle compagnie multinazionali straniere. La struttura, sorta nei pressi di BenGuerir, 50 km a nord di Marrakech in questi tre anni ha completamente rivoluzionato lo stile di vita di tutta la regione contribuendo a una grande consapevolezza sul consumo etico di energia in tutto il paese.
Green Energy Park, l’impianto a energia solare più importante dell’Africa
Green Energy Park era un progetto davvero straordinario: oltre 25 milioni di euro di investimenti immediati più altrettanto nel breve periodo solo per attivare gli impianti e perfezionarli. Oggi Green Energy Park è un gioiello del quale il paese nordafricano è giustamente molto orgoglioso: la piattaforma solare alimenta coltivazioni, allevamenti, uffici, scuole, ospedali e abitazioni contribuendo anche allo sviluppo delle industrie minerarie delle regioni e all’estrazione dell’acqua.
I fondi investiti sono stati in gran parte pubblici con un consistente capitale versato anche dalla stessa famiglia reale. Il ciclo di vita previsto per questo impianto è di settant’anni ma non è escluso che, con i progressi che si stanno facendo nel settore del fotovoltaico, a breve sia possibile rinnovare ulteriormente la struttura rendendola ancora più performante.
Dall’energia solare all’implementazione termodinamica
Mentre si stava inaugurando Green Energy Park, tremila metri quadrati di laboratori di ricerca su una piattaforma di più di otto ettari, si lavorava già a un secondo progetto, forse ancora più ambizioso: l’ORC Plus. Si tratta di un impianto d’accumulo per energia solare termodinamica che l’Enea aveva in programma da tempo e che alla fine è stato realizzato proprio a BenGuerir: lo scopo dell’impianto è abbastanza semplice anche se la struttura tecnologica messa in campo è decisamente molto complessa. A fianco al grandissimo impianto a energia solare è nato un impianto di stoccaggio termico il cui scopo è quello di conservare e distribuire maggiori quantità di energia che possa essere più funzionale per un utilizzo industriale.
Un’alternativa virtuosa ai grandi impianti termodinamici
Se è vero che oggi i grandissimi investitori vogliono grandissimi spazi per avere enormi quantità di energia, è altrettanto vero che eccellenze come quelle di BenGuerir possono dimostrarsi assolutamente competitive sia sotto l’aspetto dei costi di gestione, che della qualità e della quantità del prodotto perché le grandi centrali termodinamiche rendono molto ma costano moltissimo e lasciano un impatto spesso considerevole al termine della loro esistenza.
Questo genere di investimenti sta prendendo sempre più campo soprattutto nelle aree in via di sviluppo e punta sui cosiddetti CSP, unità Concentrating Solar Power di dimensioni medio piccole. ORC Plus vende coinvolti, oltre a ENEA, anche gli enti di ricerca IRESEN, il Fraunhofer Institute e CIC EnergiGUNE, e tre imprese (le italiane Soltigua e Enerray e la francese Euronovia). Il primo investimento per la realizzazione del progetto è stato di circa 7 milioni di euro con l’obiettivo di generare una capacità di accumulo per solare termodinamico su piccola-media scala (1-5 MWe) e soluzioni ingegneristiche innovative per migliorare il numero di ore di produzione energetica.
Energia ancora più efficace e sostenibile con meno consumi
Già da oggi il prototipo ORC Plus è in grado di accumulare fino a 19 MWh termici garantendo la piena potenza di produzione di elettricità (1 MW) per circa 4 ore. Ora si tratta di alzare ancora gli obiettivi. Il tutto senza alcun impatto ambientale. “Grazie a questo sistema di accumulo e alle innovazioni introdotte nel campo solare abbiamo raggiunto nuovi traguardi che potrebbero incentivare la diffusione della tecnologia del solare termodinamico - spiega spiega Walter Gaggioli, responsabile del Laboratorio Ingegneria delle Tecnologie Solari di ENEA – incrementando la produzione di energia elettrica fino al 40% e azzerando il consumo di acqua che serviva al ciclo di condensazione”.