Oggigiorno i consumatori hanno imparato a leggere attentamente le etichette dei prodotti del supermercato, che contengono diverse informazioni tra cui, se si tratta di alimenti, l'apporto energetico in termini di kcal. Anche gli elettrodomestici hanno un'etichetta, che dice tutto il necessario anche per risparmiare kWh. Vediamo come leggere le etichette energetiche e utilizzare le loro informazioni per consumare meno elettricità.
L'etichetta energetica può essere considerata come la carta d'identità degli elettrodomestici, che ne riporta le informazioni essenziali in merito a potenza, consumi, rumorosità e classificazione energetica. Il suo uso è stato introdotto con una direttiva CEE del 1992, ma il suo aspetto attuale lo si deve a una disposizione normativa del 2010. Le classi energetiche vengono individuate con le lettere dell'alfabeto che vanno dalla A alla G; dal 2010 sono state introdotti anche i cluster denominati con la sola lettera A seguita dal simbolo ''+'' (che, però, sta gradualmente scomparendo, per decisione del Consiglio Europeo del 2017), presente in un numero che va da 0 a 3. Questa scala di consumo energetico parte dal colore verde abbinato alla lettera ''A+++'', che identifica il livello massimo di efficienza, e termina con il nero della lettera "G", attribuita agli elettrodomestici che consumano di più.
Oltre a questi dati, l'etichetta deve obbligatoriamente riportare: il logo dell'Unione Europea (EU) e quello identificativo della sua finalità (ENERG), il nome/marchio del produttore dell'elettrodomestico e il modello di quest'ultimo, tutta la scala della classificazione energetica e la classe attribuita all'apparecchio, il consumo medio annuo (kWh/annui) e il livello di rumorosità espresso in decibel (dB). Inoltre, l'etichetta riporta informazioni specifiche per ogni singolo elettrodomestico: per esempio, quella apposta su una lavatrice deve indicare la durata del ciclo, la capacità di carico e la classe di efficienza di condensazione. Una classe energetica elevata corrisponde a bassi consumi di energia e, di conseguenza, a un notevole risparmio economico.
Risparmio in bolletta e nella dichiarazione dei redditi
Attualmente, per un contratto di energia elettrica con potenza pari a 6 kW, il costo medio dei consumi nel mercato di maggior tutela e con tariffa a fascia oraria unica è di 0,07370 €/kWh. Secondo i dati forniti dai principali produttori di elettrodomestici, il miglioramento dell'efficienza energetica dalla classe A a quella A+++ è pari al: 60% per frigoriferi e congelatori, 32% per le lavatrici e 30% per le lavastoviglie. Inoltre, in base a recenti stime diramate dall'Autorità per l'energia, per un frigorifero con capacità di 300 litri e classe energetica A+++ il consumo massimo annuo è di 138 kWh mentre, se la classe energetica scende ad A, il consumo annuo è di 469 kWh. Pertanto, il differenziale di consumi tra la classe energetica più efficiente e quella identificata con A è di 331 kWh, che equivale a un risparmio annuo di circa 25 €.
A questo risparmio economico in bolletta ne va poi aggiunto un altro che deriva dal c.d. ''bonus mobili ed elettrodomestici'', prorogato a tutto il 2018. I proprietari o possessori di immobili, oggetto di ristrutturazioni iniziate dopo il 1° gennaio del 2017, possono usufruire di uno sconto sull'Irpef dato dal 50% delle spese sostenute per l'acquisto di mobili e grandi elettrodomestici, purché questi ultimi abbiano una classe energetica non inferiore ad A+ (per i forni, il limite minimo è A). La spesa massima su cui viene applicata la detrazione è di 10.000 €, per ogni anno e per ogni singola unità immobiliare. Questa detrazione va poi ripartita in 10 quote costanti: quindi, per esempio, se nel 2018 si sostiene una spesa per grandi elettrodomestici con classe energetica A+++ pari a 8.000 €, il bonus complessivo ammonta a 4.000 € e lo sconto sull'Irpef dovuta in base alla dichiarazione che verrà presentata nel 2019 sarà di 400 €.