Insediatasi da alcune settimane alla guida dell’Unione Europea alla conclusione dei cinque anni di mandato di Jean Claude Juncker, Ursula Von der Leyen è diventata immediatamente una delle personalità più significative di questa coda di 2019. Il suo arrivo ha aperto tutta una serie di discussioni che riguardano le politiche industriali e ambientali dell’Europa.
Von der Leyen apertamente schierata per una politica ambientale
Le prime intenzioni di Ursula Von del Leyen sono state abbastanza chiare, soprattutto in chiave ambientale: “Abbiamo una priorità più urgente delle altre – ha dichiarato nella giornata del suo insediamento a Bruxelles la presidente, appena eletta – ed è l’ambiente. Questa amministrazione farà qualsiasi cosa sarà in suo potere per garantire il rispetto delle regole da parte degli stati dell’Unione ma anche per far sentire il peso delle sue responsabilità a livello mondiale”. La Von de Leyen ha presenziato anche ai lavori del COP25, la Conferenza delle Parti su Clima e Ambiente organizzata dall’ONU a Madrid in queste ultime due settimane.
L’Unione Europea si fa portavoce di una carbon quota sostenibile
Uno dei primi atti ufficiali dei quali la presidente dell’Unione Europea si è fatta promotrice e portavoce è stato lo studio di un nuovo pacchetto di misure per abbassare fino allo zero assoluto la cosiddetta carbon quota. Ogni paese ha ovviamente un costo in termine di produzione di gas serra e di CO2: ed è questo che ha spinto i paesi riuniti a Kyoto a introdurre il meccanismo del carbon credit, obbligando i paesi firmatari ad accettare la riduzione del saldo di CO2 prodotta a livello industriale con tutta una serie di iniziative ambientali.
L’Europa sotto questo aspetto sta lavorando discretamente bene mantenendosi all’interno dei parametri che si è posta. Ma questo ancora non basta: di qui la decisione di imporre a tutti i paesi dell’Unione Europea di chiudere entro il 2050 con un saldo CO2 a zero. L’Unione Europea in questo senso ha sbloccato per sostenere questa legge un finanziamento record da 100 miliardi di euro.
Nasce il primo provvedimento della Von der Leyen: è sull’ambiente
L’Europa vuole diventare il primo continente neutro al mondo, dal punto di vista climatico, entro la metà del secolo. “Si tratta di un progetto rivoluzionario, è un po’ come se l’Europa decidesse di mandare un proprio astronauta sulla Luna – ha dichiarato la Von der Leyen ai giornalisti – lo abbiamo chiamato European Green Deal è la nostra nuova strategia di crescita, una strategia che restituisce più di quanto non porti via. In questo protocollo che abbiamo voluto immediatamente rendere operativo c’è molto della nostra filosofia e attenzione nell’ambito dell’ambiente e di un’industria finalmente compatibile e sostenibile. Non ci saranno deroghe, non ci saranno ripensamenti, non ci saranno ritardi: chiediamo a tutti i paesi membri di fare la loro parte, senza se e senza ma”.
L’Europa guarda ad un accordo virtuoso per il contenimento della CO2
Lo European Green Deal è un pacchetto di misure climatiche ed ambientali, cinquanta in tutti, che serviranno a accelerare gli sforzi per una decarbonizzazione assoluta del territorio promuovendo al tempo stesso anche l’economia comunitaria nella sua molteplicità. Sono previste azioni di base che verranno illustrate immediatamente e che dovrebbero già portare a dei risultati entro il 2030: attualmente l’Unione Europea viaggia su un contenimento della produzione di CO2 e di gas serra che è fissato intorno al 40%.
Entro il prossimo decennio si dovrà arrivare almeno al 55%: l’adesione al progetto dovrebbe essere massiccia considerando che proprio dall’Europa è partita una crescente campagna di sensibilizzazione da parte dei cittadini più giovani. Il consiglio dell’UE voterà il provvedimento entro marzo. Poi starà ai vari paesi che fanno parte dell’Unione attuare le varie direttive.