Grazie alla sua struttura geografica e morfologica l’Italia ha sempre guardato allo sviluppo del settore dell'energia idroelettrica con particolare attenzione, ma nel corso degli ultimi anni molti progetti sono stati osteggiati dalla popolazione, non per una questione di contrarietà alla produzione di energia comunque a buon mercato ma per il tipo di contesto che spesso ospitano le centrali di nuova generazione.
La protesta contro la centrale idroelettrica
Se negli anni ’70 e ’80 la scelta cadeva su impianti mediamente grandi che sfruttavano corsi d’acqua già parzialmente industrializzati, negli ultimi anni la scelta sembra essere quella di creare tanti micro impianti che spesso non tengono conto della cornice nella quale dovranno essere ospitati: zone incontaminate, autentici piccoli paradisi che vogliono restare tali.
Tra le comunità che hanno alzato la voce c’è quella della Valle Stura che da tempo sta dimostrando il proprio dissenso nei confronti delle piccole centrali idroelettriche che dovrebbero essere alimentate dai torrenti Rosa, Roero, Morra e Miglia. Lo Stura - 115 chilometri lungo le vallate del Piemonte dal Colle della Maddalena fino alla confluenza con il Bormida - ha un ricchissimo bacino di affluenti che costellano tutta la Granda. Alcuni sono davvero splendidi ricchissimi di fauna ittica. Da qui la protesta popolare che è stata definita “Dei pesci di fiume”. Non si tratta dell’unica manifestazione di protesta in tal senso in Italia, rivolta contro le centrali idroelettriche di piccole e medie dimensioni che potrebbero nascere anche in Veneto, Friuli, Trentino e Lombardia.
La protesta popolare riguarda non solo la quantità di cemento che sarà necessaria per creare le briglie, le vasche e le stazioni vere e proprie ma anche il fatto che questo genere di impianti rischia di compromettere definitivamente un habitat molto delicato che meriterebbe invece di essere tutelato con norme speciali.
I rischi ambientali
Tutte queste vallate vantano un pregevole valore storico e paesaggistico che rischia di uscire compromesso. Così come la minore portata d’acqua dello Stura rischia di mettere in difficoltà anche la biodiversità del fiume stesso. A prendere parte alla protesta non solo gli ambientalisti, ma anche i pescatori, i ricercatori e soprattutto gli abitanti che non vogliono rinunciare a quello che questi corsi d’acqua rappresentano a fronte di qualche decina di posti di lavoro.
L'energia idroelettrica rappresenta da anni un business invitante: grazie agli investimenti e agli incentivi pubblici sui quali chi le realizza e le amministra può contare, ormai il vero business sembra essere diventato quello della loro progettazione e realizzazione più ancora che il loro impiego. Il tutto a fronte di un beneficio energetico solo relativo.
Il costo naturale e ambientale, insomma, sarebbe di gran lunga superiore a quello che potrebbero essere i benefici per la collettività. Non solo, il peso delle centraline idroelettriche rischia di togliere impulso e crescita al settore della produzione di energia rinnovabile che dovrebbe essere invece la vera strategia centrale non solo in Piemonte e nel nord Italia, dove la centrale idroelettrica stanno diventando un comune denominatore in quasi tutte le vallate, ma in tutto il paese.
A Cuneo la manifestazione contro le centraline della vallata dello Stura ha coinvolto oltre un centinaio di persone. I canali che regolano il flusso di Rosa, Roero, Morra e Miglia sono una piccola opera d’arte. I primi risalgono addirittura al 1400 e sono stati preservati per secoli in modo molto attento e curato con i loro bacini in pietra viva, un eccezionale dal punto di vista paesaggistico e ambientale.
Nonostante questo le richieste di concessione per la realizzazione di impianti idroelettrici sono molte e il rischio è che possano essere prese in considerazione nonostante tutti questi torrenti siano all'interno di un parco fluviale protetto.
“Chiediamo il rispetto della Direttiva Quadro europea ‘Acque’ – spiega Domenico Sanino, del coordinamento Associazioni ambientaliste – anche se si tratta di energia idroelettrica. Infatti, uno degli slogan della manifestazione era ‘basta incentivi all’idroelettrico nei corsi d’acqua naturali. Così facendo non si alimenta l’energia pulita ma un altro business che rischia di fare danni in un ambiente che è da tutelare così com’è”.